Il Piano paesaggistico era stata una battaglia di Giovanni Ardizzone, uno dei leader dell’Udc locale, fedelissimo di Gianpiero D’Alia. Oggi è ancora poco più che una dichiarazione d’intenti: non è stato ancora pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e nei suoi confronti, in particolare nei confronti delle stringenti prescrizioni previste per la gestione del territorio, il Comune ha presentato una serie di osservazioni. Osservazioni che oggi sono all’ordine del giorno del consiglio comunale, che dovrà decidere se prenderne atto avallandole di fatto oppure no. Secondo Giuseppe Melazzo, esponente proprio del gruppo Udc che fa riferimento a D’Alia (e di conseguenza ad Ardizzone), quelle osservazioni non vanno bene e undici (su sedici) di esse andrebbero bocciate. Una posizione ovvia, frutto proprio della “paternità” di Ardizzone rispetto all’operazione Piano paesaggistico (la provincia di Messina è l’unica in Sicilia dove è stato adottato)? No, almeno stando a sentire Pippo Ansaldo, che ieri sera è sbottato in consiglio comunale, aprendo di fatto uno squarcio in casa Udc. «Gli emendamenti sono espressione di una posizione personale di Melazzo – ha specificato con durezza Ansaldo – non di certo del partito». Ansaldo è stato ancora più duro nei confronti del collega, accusato di essere d’intralcio ai lavori del Consiglio: «Non voterò mai più un suo emendamento, non m’interesserà neppure il contenuto». Melazzo non l’ha presa bene e dopo aver rivendicato la propria autonomia rispetto ai classici canoni maggioranza-opposizione, ha preso e se n’è andato, anche perché lasciato “indifeso” dal resto del partito. Assenti il capogruppo Cilento e il presidente della commissione Urbanistica Guerrera (due coincidenze?), né Messina né Muscolino hanno smentito Ansaldo. Qui i lavori del Consiglio si sono di fatto arenati e la discussione è stata rinviata.
E’ nato, però, un caso nell’Udc, caso che probabilmente avrà degli strascichi e che ha fatto passare quasi in secondo piano l’ennesima spaccatura all’interno della maggioranza. In precedenza, infatti, era stato messo in votazione un altro emendamento di Melazzo, riguardante una formalità della delibera. L’Udc (tranne Ansaldo) ha votato compatto sì, qualcuno si è astenuto, il Pdl ha votato contrario in maniera altrettanto compatta. Insomma, scene già viste. Tornando al merito del dibattito, il Piano paesaggistico e le osservazioni dell’Amministrazione, ecco quelle contro cui si è “scagliato” Melazzo. La prima chiede di riadottare il Piano quando sarà fatto in tutto il resto della Sicilia. «Per una volta siamo un passo avanti – ha rimproverato Melazzo – e chiediamo di fare un passo indietro». La seconda propone di rendere vigenti le prescrizioni di tutela solo a far data dall’adozione del Piano, e non dalla semplice pubblicazione. La terza (che pone un problema di scala negli elaborati grafici) non è stata oggetto di emendamento, a differenza delle altre a partire dalla quarta, con la quale si chiede di “salvare” i pareri già rilasciati sui progetti dei piani particolareggiati di iniziativa pubblica. La quinta è simile, in questo caso il salvataggio riguarda i progetti dei Prusst. La sesta osservazione pone il problema di un progetto, relativo alla “viabilità di collegamento tra la strada comunale Granatari e la via Marina di fuori, a Torre Faro”: da cassare anche questa, secondo Melazzo.
E ancora, con la settima osservazione si propone di far salvi i pareri già rilasciati sui piani attuativi di iniziativa privata. La numero otto, invece, pone la questione dei progetti relativi al Ponte sullo Stretto, evidenziata anche dalla stessa società Stretto di Messina con un’osservazione propria. Con la nona si fa presente che la rappresentazione delle aree visibili dall’autostrada «non sembra essere congruente con lo stato dei luoghi». L’osservazione numero 10 è la più articolata e mette in discussione la prescrizione del Piano secondo cui non potranno essere previsti «zone di espansione, insediamenti o impianti produttivi e/o commerciali entro la fascia di rispetto delle aree costiere», ossia trecento metri dal mare. Con questa osservazione il Comune intende tutelare alcuni piani particolareggiati, come quello della Mortelle-Tono o di Capo Peloro, dalla “mannaia” dei vincoli del Piano particolareggiato. Per Melazzo è da bocciare. Con la numero 11 viene chiestodi non considerare nella fascia di rispetto della fascia costiera le aree e gli ambiti portuali. L’osservazione numero 12 sembra vanificare, di fatto, gran parte del Piano, infatti viene proposto di consentire «interventi pubblici o di interesse pubblico anche discostandosi dalle specifiche prescrizioni del Paesaggio locale interessato». Chi stabilisce l’interesse pubblico? Sono state “salvate” dagli emendamenti di Melazzo le tre osservazioni poste dal dipartimento Risanamento (le altre sono tutte dell’Urbanistica), tutte di natura prettamente tecnica. Cambia poco: l’ennesima polemica è servita su un piatto d’argento sulla tavola del consiglio comunale.