Si è svolto ieri il Consiglio Comunale straordinario sull’alluvione che, il 10 ottobre scorso, ha colpito Barcellona Pozzo di Gotto. Dopo la relazione sull’accaduto del sindaco Roberto Materia, il civico consesso ha cercato l’intesa su un documento unico, da inviare alle istituzioni che dovrebbero occuparsi della messa in sicurezza del territorio; ma proprio su questo documento si è consumato l’ennesimo strappo – politico – tra maggioranza e opposizione.
La relazione del sindaco “L’evento è stato di una certa gravità” – ha esordito il primo cittadino – “ma riteniamo di averlo compreso e affrontato efficacemente. Il primo giorno è stato, fisiologicamente, caotico; ma già dal secondo si è organizzato un sistema di mezzi pesanti che ha rimosso il materiale dalle zone colpite; ho preteso che si procedesse allo smaltimento immediato invece che allo stoccaggio in loco, con tutti i problemi conseguenti. In un pomeriggio sono stati rimossi 400.000 mᶟ di terriccio. Oggi, a soli 5 giorni dall’evento, la zona è libera da detriti, e bisogna adesso procedere al lavaggio”.
Materia ha poi spiegato le cause dell’evento: “I torrenti si sono ingrossati per l’enorme quantità d’acqua caduta a monte, nelle zone di Pace del Mela e San Filippo del Mela, causando la tracimazione del terriccio; a causare più danni è stata l’esondazione del torrente Mela, dovuta sia a un tappo creato dai detriti trascinati dall’acqua, sia da un pilone della vecchia ferrovia lasciato proprio in mezzo al letto del torrente, e che avrebbe generato un mulinello. Ci sono ragionevoli sospetti che sia stato proprio questo mulinello a causare l’esondazione, perché nel tratto precedente non ci sono anomalie; abbiamo già chiesto la rimozione con diffida di quel pilone”.
Infine, il sindaco ha parlato dei danni causati dall’alluvione: “60 nuclei familiari – circa 160 persone – non possono rientrare a casa, e dormono da amici e parenti. Restano da recuperare alcune auto trascinate a mare, è stata divelta parte della rete fognaria che stiamo ripristinando in emergenza, e ci sono danni a grossi cavi elettrici. L’esame delle acque ne ha confermato la potabilità. Attendiamo adesso l’intervento della Regione e del Governo, e a tal proposito è già stato votato all’Ars lo stato di calamità naturale, ed è stata inviata la richiesta per lo stato di emergenza”.
Il documento unico La parola è poi passata al Consiglio Comunale. A redigere il documento (che trovate al termine dell’articolo) è stato Alessandro Nania. Nel testo si fa riferimento a tutte le responsabilità nell’alluvione che, a quattro anni dall’ultima volta, ha nuovamente colpito la città: vengono così citati lo sfruttamento del territorio e l’abusivismo, le variazioni climatiche e, non ultimi, i mancati interventi di messa in sicurezza della Regione e della Protezione Civile. Un riferimento, quest’ultimo, che non è piaciuto ai consiglieri di opposizione in quota Collica. Si è dunque decisa una sospensione: ma la riunione dei capigruppo non ha sanato le tensioni.
Al centro delle contestazioni sarebbero i toni – duri – usati nei confronti del governo regionale e della PC; toni che non sono stati condivisi dall’opposizione, che in campagna elettorale aveva ricevuto la visita, carica di promesse, del governatore Rosario Crocetta. L’opposizione Collica ha spiegato che non era opportuno alimentare uno scontro istituzionale, ragion per cui andava corretta la forma del documento, e non la sostanza, che risulta invece condivisa; a infastidire sono stati poi alcuni riferimenti – come quello al ponte di Calderà – che, oltre a delegittimare Crocetta, costituirebbero una velata accusa proprio alla ex amministrazione. Il gruppo ha poi chiesto un rinvio al giorno seguente per trovare un accordo unanime.
La presa di posizione non è piaciuta né alla maggioranza, né all’opposizione PD; paradossalmente, hanno condiviso il documento proprio i due principali alleati del governo regionale – PD e Dr. “I toni forti sono necessari per pretendere ciò che ci è stato promesso e mai realizzato” – ha spiegato Lidia Pirri, sintetizzando le posizioni di tutti i favorevoli al documento. “Noi siamo la voce dei cittadini dentro le istituzioni” – ha incalzato il consigliere PD Carmelo Cutugno – “e dobbiamo farci sentire, perché è mancato il tempismo nell’affrontare il problema del dissesto idrogeologico, ed è inaccettabile, dopo 4 anni, essere di nuovo qui a parlare dei danni causati da un’alluvione”.
Di fronte allo scontro, si è fatta spazio la proposta del rinvio, ripresa anche dal Presidente del Consiglio; prima, però, ha preso nuovamente la parola il sindaco: “Speravo in una condivisione immediata del documento, viste le circostanze. A volte lo scontro è necessario, e noi non pretendiamo nulla più di quel che ci è dovuto; non stiamo accusando, ma evidenziando le responsabilità”.
L’appello del sindaco non è però servito, e 11 consiglieri su 20 hanno votato contro il rinvio; di conseguenza, il livello dello scontro si è alzato ulteriormente, rendendo inconciliabili le posizioni. “Vorrei fare i complimenti al sindaco per un intervento che, esaltando la logica dello scontro istituzionale, ha definitivamente spaccato il Consiglio” – ha dichiarato David Bongiovanni. “Sono deluso per la pretestuosità di un voto contrario sulla forma del documento, nonostante la sostanza sia, a detta dei miei stessi oppositori, ampiamente condivisa” – ha replicato Nania – “è qui che doveva vedersi la famosa opposizione costruttiva. Perché non provvedete domani alle integrazioni che più riterrete opportune? Perché avete rinnegato le modifiche fatte nella riunione dei capigruppo? Perché solo voi non avete firmato il documento?”
L’ennesima replica è arrivata dal consigliere Raffaella Campo: “Vorrei capire l’urgenza di approvare stasera un documento non condiviso, piuttosto che riparlarne domani e votare tutti insieme. Siamo stati messi di fronte a una scelta: prendere il documento così com’è o prenderci la responsabilità di votare contro. C’era la volontà di condivisione, e la distanza era davvero poca; perché non votare il rinvio?”
Conclusioni Al termine dell’assemblea, il documento è stato approvato con 13 voti favorevoli e 5 contrari (12 gli assenti). Ma, certamente, lo scontro politico consumatosi nelle oltre 5 ore di Consiglio non ha giovato alla città. E che lo scontro sia stato politico lo dimostrano proprio le contestazioni formali al documento da una parte, e la mancata volontà di una discussione più approfondita dall’altra. In mezzo restano i cittadini, la cui voce nelle istituzioni – per usare la metafora di Cutugno – sarà adesso monca. Uno spettacolo poco edificante in una città che, per l’ennesima volta, deve rialzare la testa con le proprie forze.
Giovanni Passalacqua