Stavolta i democratici riformisti ed il centro-destra (Pdl e siamo Messina) non sono riusciti a fare lo sgambetto all’Udc, come avvenne in occasione dell’elezione dei due vice-presidenti del Consiglio comunale, complici i consiglieri di “Cambiamo Messina dal Basso”(vedi correlato). Come terzo componente del collegio dei revisore dei conti è stato infatti eletto, con 21 voti, Giuseppe Maria Zingales, dottore commercialista indicato dai centristi. Sul suo nominativo sono certamente confluiti i 5 voti dei consiglieri dell’Udc presenti in aula (unica assente, giustificata, Carmelina David) i 13 voti del partito democratico e delle liste collegate (progressisti democratici e “Felice per Messina”) più altri 3 voti, almeno due 2 dei quali provenienti dagli accorintiani, sul terzo voto ci sarebbe invece il marchio del Megafono.
Alcuni consiglieri del centro-destra ma anche di area Pd sono pronti a scommettere che lo zampino messo dagli esponenti di “Cambiamo Messina dal Basso” nell’elezioni di Zingales è frutto di un accordo, ai piani alti, con l’Udc del ministro della P.A. Gianpiero D’Alia, il quale – anche in virtù dell’importante ruolo romano – eserciterebbe un forte ascendente sull’amministrazione Accorinti. Secondo alcuni esponenti politici, persino la scelta di Antonino Le Donne quale segretario generale del Comune in sostituzione di Santi Alligo sarebbe gradita, o addirittura condivisa, dal leader messinese dell’Unione di Centro. Nell’elezione odierna, la mancata compattezza nel voto da parte degli accorintiani – 2 dei quali hanno probabilmente votato scheda bianca – dimostra, comunque , che alcune decisioni prese nelle stanze che “contano” non sono condivise da tutti i consiglieri comunali che fanno riferimento al sindaco.
Ma torniamo ai numeri che hanno portato all’elezione di Zingales, il quale ha avuto la meglio su Federico Basile, ex consigliere di quartiere, ex Mpa, candidato alle ultime elezioni ammnistrative proprio al Civico Consesso ed ufficialmente sostenuto dai Dr. A Basile, che ha ottenuto complessivamente 15 voti sono andate le preferenze dei 6 democratici riformisti, dei 5 consiglieri del Pdl e dei 2 di SiamoMessina ma anche altri due voti pescati nel centro-sinistra ,sponda Meagafono, che non avendo un proprio candidato ha pensato più che altro a sparigliare le carte, distribuendo i voti da un lato e dall’altro. Ci sarebbe sempre la mano di un consigliere del Movimento di Crocetta nella scheda con su scritto Mario Costantino.
Ricapitolando, l’elezione del terzo componente del Collegio dei revisori dei conti palesa la tenuta – in questa circostanza – dell’alleanza e dell’accordo tra Pd ed Udc, e questa è già una notizia, ma anche un reciproco “corteggiamento” tra i centristi e gli accorintiani (in realtà una parte di essi) , avvenuto ad insaputa del partito democratico, che non ha per nulla apprezzato la mossa segreta degli alleati. (Danila La Torre)