Una bolletta non pagata, qualche debito arretrato e molto spesso l’oggettiva impossibilità a saldare quel conto: inizia così il calvario di chi è presto etichettato come “cattivo pagatore”. Telefonate, messaggi e lettere con minacce sempre meno velate di imminenti azioni legali non fanno dormire sonni tranquilli, ma attenzione perché se le pressioni si fanno davvero insistenti ad adire le vie legali potete essere voi. Ed è quello che è successo a circa 700 clienti di vari gestori che si sono rivolti all’Adiconsum e che tra marzo 2013 e dicembre 2014 sembra siano stati letteralmente vessati dalla Recus Spa, una grossa società di recupero crediti che è stata multata dall’Antitrust per pratiche commerciali scorrette in quanto, spiega l’Autorità, “ha messo in atto condotte aggressive tali da esercitare un indebito condizionamento”.
In tanti erano costantemente destinatari di solleciti telefonici, visite a domicilio, continue richieste di pagamento sia tramite posta ordinaria che tramite email, sms e addirittura chiamate a parenti, vicini di casa e persino sul posto di lavoro per ricordare quel debito da saldare; una condotta, spiega l’Antitrust, minuziosamente pianificata con “precise strategie aziendali e con l’obiettivo di indurre i consumatori ad adottare decisioni commerciali (ossia saldare il debito) che altrimenti non avrebbero preso” trattandosi in taluni casi di crediti oggetto di contestazione, con problemi di prescrizione e di dubbia esigibilità. La Rebus, che nel caso specifico tentava di recuperare nei settori dell’energia elettrica, servizi idrici, gas e telefonia fissa, sarà adesso costretta a pagare una pesante multa di 500 mila euro, il risultato dell’azione legale condotta dall’avvocato messinese Lidia Dimasi per conto dell’Adiconsum Nazionale rappresentata da Pietro Giordano. E’ stato accertato in molti casi che venivano fatte più di due telefonate al giorno anche per quattro mesi consecutivi e che le sollecitazioni giungevano persino a terzi suscitando nel debitore comprensibile imbarazzo e forte tensione.
Probabilmente la società farà ricorso al Consiglio di Stato, quella salatissima multa deve intanto pagarla subito. Per i consumatori nessun ristoro economico, ma quel telefono adesso, si spera, smetterà di squillare. (Alessandra Serio)