Il Comune di Messina non avrà il bilancio di previsione 2015. Almeno non entro il 31 dicembre. I tempi sono troppo ristretti e affinché il Collegio dei revisori dei conti possa esprimere il proprio parere, non vincolante ma obbligatorio, mancano ancora documenti fondamentali da corredare alla delibera approvata alla giunta Accorinti.
E’ davvero singolare che nell’anno in cui sindaco ha promesso dinanzi al Consiglio comunale e alla città intera «quest’anno i bilanci verranno approvati nei termini previsti dalla legge, ci metto la faccia», il Comune nella migliore delle ipotesi adotterà il consuntivo (anno 2014) a fine anno ed entrerà in gestione provvisoria (in questo momento siamo in esercizio provvisorio) per l'impossibilità di adottare il bilancio di previsione 2015, senza il quale vi saranno ripercussioni sugli impegni di spesa che l’ente potrà assumere.
Un fatto senza precedenti in quel di Palazzo zanca, dove la situazione economico-finanziaria resta il nodo principale, che -invece di sciogliersi – in questi due anni e mezzo si è sempre di più ingarbugliato. E per la prima volta dall’inizio di questa amministrazione, le critiche nei confronti dell’assessore Guido Signorino si sono trasformate in una richiesta di dimissioni, avanzata dal consigliere comunale di Forza Italia Peppuccio Santalco durante la consueta seduta del lunedì della commissione bilancio.
Il vice-sindaco – presente in aula- è rimasto impassabile e ha spiegato che la causa principale dei ritardi nella predisposizione dei bilanci comunali risiede nella mancanza di un adeguato sistema informatico che permetta un veloce scambio di informazioni tra i vari Dipartimenti e la Ragioneria. «Stiamo lavorando per adeguare il sistema, curando anche l’aspetto formativo , il nostro obiettivo è la Ragionera diffusa».
Spiegazioni che onestamente appaiono troppo deboli rispetto ai cronici ritardi con cui i documenti contabili arrivano in Aula ma dei quali la giunta si sente responsabile solo in parte, perché i componenti dell’esecutivo di Palazzo Zanca sono convinti di terminare il proprio dovere nel momento in cui le delibere sui bilanci vengono esitate in giunta. E poco importa se queste sono sprovviste di allegati espressamente previsti dalla legge o se, poi, la stessa delibera viene rivista due, tre, quattro volte.
Sul consuntivo 2014, ad esempio, la giunta sta per sfornare la quarta delibera, per inserire ciò che avrebbe dovuto accorpare nella delibera approvata a giugno, vale a dire la nota informativa delle partecipate.
Il Consiglio Comunale è già stato formalmente diffidato ad approvare il rendiconto 2014 entro mercoledì 30 dicembre(vedi qui) ma a 48 ore dalla scadenza dell’ultimatum imposto dal commissario ad acta Daniela Leonelli non tutta la documentazione è ancora arrivata all’attenzione dei consiglieri comunali.
Circostanza per la quale – sempre nel corso della commissione presieduta da Carlo Abbate – sul banco degli imputati sono inevitabilmente finiti sia Signorino che il ragioniere generale di Palazzo Zanca, Antonino Cama. Rivolgendosi al vice-sindaco, il consigliere dell’Udc Franco Mondello ha dichiarato: «Non ci sto a questa corsa sui bilanci, esiste una responsabilità tecnica di chi non riesce a predisporre i bilancio entro i termini preisti dalla legge. Assessore Signorino, qui le cose sono due: o lei non impartisce le giuste direttive o qualcuno dall’altra parte non è in grado di recepirle».
Sui ritardi con cui i bilanci arrivano in aula completi di tutti gli allegati , si è espressa anche la consigliera Nina Lo Presti: «Costringere il Consiglio comunale a leggere gli atti nel giro di pochi minuti è gravemente lesivo della dignità di quest’organo istituzionale». A proposito del rendiconto, la consigliera ha sottolineato che quello dei revisori è «un falso parere favorevole», un «artifizio lessicale», che tuttavia – secondo la Lo Presti -non rende meno gravi le tante criticità elencate nella relazione corredata alla delibera.
Quelle registrate in commissione sono probabilmente solo un assaggio delle polemiche che divamperanno in Consiglio Comunale al momento del voto sul consuntivo 2014.
Danila La Torre