La fotografia come costruzione di un’idea e il suo rapporto con la realtà, questo il tema principale del convegno “Fotografia e Sicilia” che chiude ufficialmente le due mostre “Album” e “I Siciliani di Maccà” ospitate dal Museo dell’Argilla di Spadafora. Ospite d’onore dell’evento il fotografo ragusano Giuseppe Leone.
Con il convegno “Fotografia e Sicilia”, svoltosi venerdì 18 settembre, si chiudono al Museo dell’Argilla di Spadafora le due mostre "Album" e "I siciliani di Maccà", appuntamento congiunto del calendario di eventi Contemporary Art in Sicily – Spadafora. Un incontro incentrato sul tema della fotografia e del suo rapporto con la realtà, con uno sguardo alle evoluzioni digitali della tecnica fotografica e al valore storico e sociologico degli archivi privati, testimonianza del passato da preservare. Ospite d’onore dell’evento il fotografo Giuseppe Leone a cui si sono affiancati Ugo Maccà, il curatore delle due mostre Sergio Todesco e il docente di fotografia Francesco Mento.
“La fotografia è l’esecuzione di una precisa ricerca e richiede un impegno culturale che non si esaurisce nello scatto –Racconta Giuseppe Leone durante il convegno- Dobbiamo fare in modo che una fotografia diventi occasione di memoria, ma senza un senso di etica sociale ci restano soltanto immagini di scene orribili, senza pudore. Pensiamo alle foto di cronaca scattate con i telefonini: sono molto lontane dalla fotografia di guerra di autori come Robert Capa. In quelle immagini c’era l’osservazione di una realtà drammatica, non c’era la pura violenza. Oggi la fotografia ha un po’ perso l’eleganza e la preparazione che è stata alla base del lavoro di maestri come Nadar o Doisneau. Un discorso a parte merita la fotografia come strumento in grado di creare dibattito per le nuove generazioni, che si trovano ad affrontare tempi durissimi, ma che in uno scatto possono trovare il senso di molte cose. Il negativo –conclude- del resto, è una partitura musicale da leggere, da interpretare”.
Presente al convegno anche il consigliere comunale Antonio D’Amico che ha supervisionato l’intero progetto. “Identità e storia siciliana: la fotografia rappresenta un valido strumento di memoria –Dichiara il consigliere, che aggiunge- Molti appassionati di fotografia vorrebbero implementare la loro attitudine con scambi di opinioni e di esperienze che soltanto un convegno aperto come questo può offrire. Il maestro Leone ci ha dato la possibilità di entrare in contatto con il suo mondo”.
Un incontro sicuramente interessante in occasione del quale sono stati presentate anche i cataloghi delle mostre “Album” e “I siciliani di Maccà”, due pubblicazioni che racchiudono, attraverso testi e immagini, il valore delle opere esposte al Museo dell’Argilla dal 30 agosto al 19 settembre 2015, delineando un profilo della società siciliana a partire dalle scene di vita per arrivare ai volti e agli ambienti di lavoro dei siciliani.
Con la conclusione delle due mostre si chiude la prima tappa del più ampio progetto “Contemporary Art in Sicily – Spadafora” che entra ora nel pieno dei lavori. E’ infatti in progetto, per questo Novembre, il concorso cinematografico “Video Art in Sicily” al quale seguirà, dal 15 al 19 dello stesso mese, una nuova esposizione presso il Museo dell’Argilla.
Salvatore Di Trapani