“Trovo veramente assurdo che alcuni parlino di diktat ministeriali a proposito della gestione dei rifiuti in Sicilia. La questione è un'altra, ci sono delle leggi e queste leggi di tutela ambientale devono essere rispettate per volontà sia dal governo regionale e che nazionale, come è assolutamente normale”. Risponde così il presidente della Regione Rosario Crocetta dopo le precise e perentorie condizioni imposte da Roma alla Sicilia per prorogare lo stato di emergenza per la gestione rifiuti (VEDI QUI). Per il governatore nessun diktat, anche se il lungo elenco di osservazioni messe nero su bianco dal Ministero all’Ambiente hanno il sapore delle prescrizioni. Crocetta però punta a sottolineare che la proposta di intesa col governo nazionale su tutta la questione, non è di natura emergenziale ma strutturale. “Si intende affrontare la situazione transitoria, ricorrendo anche a biostabilizatori mobili, dove necessario, però individua i percorsi da seguire nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, per risolvere in modo definitivo il problema rifiuti, in considerazione del fatto che solo il nostro governo ha avviato nelle discariche siciliane la biostabilizzazione. Siculiana sostiene di avere avuto solo pochi mesi fa l'autorizzazione per l'impianto di biostabilizzazione, resta il fatto che di inizio dei lavori non
se ne parla e che in ogni caso si può dotare di impianti mobili, previsti dall'intesa Governo – Regione e in uso presso altre discariche. Dunque nessun alibi. Bellolampo può avviare gli impianti alla massima potenza per il conferimento di tutta la provincia di Palermo. Cosa c'entra questo con diktat del governo? Sono cose per le quali mi batto da mesi e saranno oggetto dell'accordo con il Ministero dell'Ambiente”. Per Crocetta l’unica verità è che c'è un rapporto di collaborazione nuovo col governo nazionale e questo dà più forza, sia alle azioni fatte coi privati per imporre nuovo modo di operare, sia nel pubblico, in particolare con i comuni che non fanno la differenziata. “E' una situazione inaccettabile e determina criticità nelle discariche. La bozza di accordo è stata inviata da me e non è oggetto di diktat da parte di nessuno. E' un nuovo modello che si comincia ad attuare, considerando che il vecchio piano per i rifiuti ha impiegato anni per essere approvato dal precedente governo e poi dal ministero. Si cambia direzione e cambiano i tempi delle proposte”. E tra questi impianti c'è anche quello previsto a Messina, con tanto di discarica, dove oggi sorge la piattaforma a Pace.
Il governatore parla anche del nodo inceneritori: “Se avessimo avuto diktat da Roma, avremmo costruito due grandi inceneritori e invece ne faremo 5 piccoli in prossimità delle discariche, per bonificare quei territori”. Quindi il presidente che un anno fa aveva promesso barricate contro le decisioni di realizzare due inceneritori sul territorio siciliano, oggi torna da Roma e rilancia, annunciando di voler addirittura costruirne cinque.
Anche l’ipotesi di portare i rifiuti fuori dalla Sicilia per Crocetta non è certo un tabù, soprattutto se dovesse costare meno portarli alla valorizzazione in altri territori. “Resta il fatto che tutti si aspettavano che da oggi i rifiuti avrebbero invaso le strade di mezza Sicilia e invece con calma e persino con un decisionismo senza precedenti, blocchiamo questa fase. Cerchiamo un'intesa col governo data la tematica importante, perchè è giusto che non ci sia conflitto Stato -Regione. Il diktat più imperioso – conclude il presidente – lo detterò io nei confronti dei comuni che non si allineano sulla differenziata: o si allineano, o prenderò provvedimenti”. Quindi promette pugno duro contro i Comuni, dimenticando forse che i Comuni hanno bisogno di impianti per trattare l’umido e il secco che provengono dalla differenziata, altrimenti non ci saranno mai veri benefici.
F.St.