“Renato fai un gesto epocale, mettici la firma”. I rappresentanti del comitato #ilferribottenonsitocca insistono: il ministro ai Trasporti, Maurizio Lupi, ha comunicato ufficialmente che il piano di rimodulazione dei trasporti sullo Stretto sarà approvato solo se concordato con gli enti locali. E gli enti locali, come affermato avantieri anche dall’assessore alle Risorse del Mare, Sebastiano Pino, hanno ribadito più volte la propria contrarietà.
Il problema, secondo il comitato, è che lo hanno fatto solo a parole e mai con un atto ufficiale. E’ quello che da qualche tempo chiedono al sindaco Renato Accorinti, una lettera ufficiale indirizzata al Ministero in cui si esprime la contrarietà al piano presentato dalle Ferrovie lo scorso 2 febbraio. Una richiesta che non è ancora stata soddisfatta.
E’ vero che le stesse Ferrovie hanno smentito il piano con una nota del 26 febbraio ma è anche vero che, subito dopo, il sottosegretario ai Trasporti, Umberto De Caro, ha confermato che l’ipotesi della rottura di carico è più che mai attuale. In pratica i passeggeri arrivati a Messina o a Villa San Giovanni dovrebbero scendere dal treno, con tanto di bagagli al seguito, per salire sulla nave e traghettare verso la sponda opposta.
L’unica cosa chiara è che a mancare… è proprio la chiarezza. Da qui le critiche nei confronti della politica locale, regionale e nazionale che rappresenta la Sicilia. E se la montagna non va da Maometto allora è Maometto che va alla montagna. Il comitato #ilferribottenonsitocca ha scritto di suo pugno la lettera che chiede al sindaco Accorinti di inviare al ministro Lupi. C’è l’intestazione e ci sono i destinatari (per conoscenza anche all’amministratore delegato di Fsi, Michele Mario Elia), l’oggetto (il piano di funzionalizzazione del trasporto ferroviario a lunga percorrenza da e per la Sicilia, presentato da Rfi in data 2 febbraio 2015) e il testo. Manca solo la firma del sindaco, ed è quella che i rappresentanti del comitato chiedono di apporre.
“Signor ministro – si legge nel testo della nota predisposta -, il piano in oggetto è causa di malcontento della popolazione siciliana che il 14 febbraio scorso ha sfilato in corteo per chiederne la revoca. Nella qualità di primo cittadino della città dello Stretto ho partecipato personalmente all’evento svoltosi il giorno di San Valentino, condividendo le istanze della piazza che intende Cambiare Messina dal basso. Con esemplare senso della democrazia ebbe modo di comunicare, con atto ufficiale del Ministero, che il piano presentato da Rete Ferroviaria Italiana potrebbe trovare applicazione solo con il consenso unanime degli enti locali, pertanto, approfittando del diretto coinvolgimento dei territori, le comunico la disapprovazione della città di Messina verso un progetto di funzionalizzazione che in realtà priverebbe l’isola del diritto al servizio ferroviario universale a lunga percorrenza, presente in tutte le regioni d’Italia”.
L’amministrazione comunale, intanto, sta lavorando per ottenere un tavolo istituzionale di confronto con tutte le parti interessate, Ministero, Regione, Trenitalia e Rfi, da tenersi a Messina al più presto possibile.
Non solo il mantenimento dell’esistente, ma anche nuovi interventi per ridurre i tempi di traghettamento e sulle ferrovie meridionali. Questa è la richiesta del territorio, ma dal Governo, negli anni, non sono mai arrivate le risposte attese. Basti pensare che il raddoppio ferroviario della Messina – Palermo (tratta Patti – Castelbuono) non è neppure nei piani mentre per quello della Messina – Catania (tratta Giampilieri – Fiumefreddo) non c’è ancora il finanziamento.
(Marco Ipsale)