“50 mila euro per la celebrazione, per gli sfrattati nessuna soluzione”. È uno degli slogan che ha animato la protesta di questa mattina da parte di diversi attivisti contro la celebrazione dedicata a Gaetano Martino a 60 anni dalla conferenza di Messina. Hanno protestato sotto le finestre del Salone delle Bandiere – essendo i cancelli di Palazzo Zanca ermeticamente chiusi – diversi membri del Teatro Pinelli, Rifondazione Comunista, Partito Comunista e Unione Inquilini. Accanto a loro anche il consigliere Comunale Luigi Sturniolo e del V quartiere Santino Bonfiglio.
Tutti loro non vogliono celebrare l’Unione Europea per quello che rappresenta oggi,e non gradiscono l’esaltazione di una figura ai loro occhi controversa come quella di Gaetano Martino, giudicata troppo vicina alla massoneria e all’intelligence statunitense per poter essere apprezzata da attivisti che contro la massoneria e la supremazia atlantica si sono sempre battuti. Poco gradita, tra l’altro, la presenza di Pierferdinando Casini, storico membro dell’UDC noto per le sua politica ultra militarista e le sue dichiarazioni contro coppie di fatto e omosessuali. Nel corso del picchetto non sono mancati momenti di tensione e spintoni tra i manifestanti e le forze dell’ordine. E’ stato quando due attiviste, con le mani alzate sopra la testa, hanno chiesto di entrare e sono state bloccate dai vigili. “Il Comune è di tutti, lasciateci entrare” hanno gridato le due ragazze, invano. Dai “piani alti” di Palazzo Zanca nessuno si è affacciato o e sceso a discutere con i manifestanti.
Ad essere state prese di mira questa mattina sono, soprattutto, le politiche dell’Unione Europea: “Uguaglianza, pace e cooperazione – scrivono gli attivisti in occasione di un’altra iniziativa di approfondimento e studio organizzata il 2 giungo – sono concetti incompatibili con l'Unione Europea. Al contrario, non lo sono l'ingiustizia, l'austerità, l'imperialismo e le frontiere. L'austerità nel cui nome si sacrificano le vite di persone, nel cui nome si salvano le banche e si chiudono gli ospedali. L'ingiustizia figlia del fanatismo neoliberista che ha cancellato i diritti sindacali, lasciando il lavoratore inerme di fronte allo sfruttamento, che impone di privatizzare l'acqua e altri beni e servizi essenziali per la vita, come la sanità, la scuola e i trasporti. La stessa violenza che subiscono le persone e le famiglie che quotidianamente lottano per difendere una casa. Le frontiere contro cui si infrangono le speranze di migliaia di uomini e donne, schiacciati nei meccanismi securitari della falsa accoglienza o lasciati annegare nelle ecatombi, come nei piccoli quotidiani olocausti, che ormai fanno del Mediterraneo un’immensa fossa comune”.
Per tutto questo, le celebrazioni di questa mattina indette dalla Giunta Accorinti per i manifestanti sono un vero e proprio shock. Gli attivisti che hanno fatto il picchetto di protesta rappresentano solo una parte del movimento di contestazione all’iniziativa che da qualche mese ha animato il dibattito culturale messinese, con il seminario realizzato, tra le altre cose, dal professore Giuseppe Restifo e dal giornalista Citto Saja e le denunce del giornalista Antonio Mazzeo, o tra gli altri, l’analisi del docente Pietro Saitta che si è svolta ieri alla scuola Foscolo occupata. “ Per noi – dichiarano gli attivisti – non c'è nulla da festeggiare: sola rimane la celebrazione di un lutto, per la scomparsa di quegli ideali di fratellanza, giustizia, eguaglianza e unità fra i popoli europei sacrificati sull'altare di un capitalismo mercantilista affamato di sangue e soldi, unico paradigma che informa i trattati dell'UE”.
Luigi Sturniolo sottolinea che: “Le celebrazioni inaugurate questa mattina non devono sorprendere, dal momento che sono perfettamente in linea con le decisioni politiche che la Giunta ha preso in questi due anni di amministrazione”.
Il rammarico investe anche le spese comunali: quei 50 mila euro “sperperati i in tappeti e fronzoli” – come li definiscono dalla piazza – piuttosto che in spese sociali o in altri eventi culturali. L’assessorato alla cultura in questi anni non ha certo brillato di iniziativa in tal senso, per colpa, infatti, della situazione economica del Comune. Malumori messinesi a parte – rivolti anche al sindaco Accorinti “Renato una volta era qui, ora è sopra con la dc” cantavano questa mattina gli attivisti in piazza – ad essere contestata, in primo luogo, è la politica estera attuata dall’Unione Europea, che di recente ha deciso, tra l’altro, di estendere a 138 miglia nautiche a Sud dalla Sicilia l’area delle operazioni di controllo delle frontiere da parte dei mezzi di Frontex. La stessa agenzia europea di controllo delle frontiere che su decisione di Bruxelles avrà anche una nuova sede a Catania. Operazioni gravi, mentre si parla ancora di interventi in Libia e di”bombardare i barconi” dei migranti, sullo sfondo di una politica comunitaria che per prima aggrava le problematiche migratorie soprattutto mantenendo in vigore l’ormai tristemente nota “direttiva Dublino III”, ossia la norma comunitaria che impone ai rifugiati di procedere alla richiesta di asilo nel paese di sbarco, mentre la maggior parte di essi vuole andare altrove.
Per tutto questo, gli attivisti in piazza oggi hanno voluto sottolineare che “questa” Europa non può essere celebrata, ma solo rifiutata, nelle sue manifestazioni istituzionali e nella sua retorica lontana dalla carne e dal sangue di milioni di persone, cittadini europei e non.
Eleonora Corace