Nacque nel 2000 con l’obiettivo di operare nel campo dei servizi ambientali. Fu costituita da MessinaAmbiente che versò 360 milioni di vecchie lire, Messina Ricicla con capitale versato di 30 milioni di lire, Ecoambiente con 39 milioni e Italia Lavoro che investì 180 milioni, il tutto per un totale di lire 600 milioni di lire. Nel 2004 ci fu la trasformazione in S.r.l. con l’uscita dal capitale sociale da parte di Italia Lavoro e con MessinaAmbiente S.p.A. che diventò unica controllante dal 2005. E in questi anni cosa ha fatto? Praticamente nulla. Si tratta della SO.ME.R. S.p.A., una società ancora oggi attiva ma di cui nel tempo si sono perse le tracce, controllata da Messinambiente, ma senza alcuna effettiva funzionalità. Durante tutti questi anni la società, non essendo mai stati ultimati gli impianti di Pace con la riconversione dell’inceneritore, né mai iniziati i lavori su Giammoro, ha svolto attività di ordinaria amministrazione, con le ultime gestioni chiuse con bilancio in passivo.
A tirare fuori dalle ceneri la questione SO.ME.R. è il consigliere comunale Angelo Burrascano che ha indirizzato una dettagliata nota al Sindaco, agli assessori Signorino e Ialacqua, al liquidatore di Messinambiente Ciacci, ma anche ai colleghi del Consiglio, al Segretario/direttore Le Donne, ai Revisori dei Conti e alla Corte dei Conti per capire che si intende fare con una società praticamente fantasma.
Per Burrascano “la SO.ME.R. è solo una cattedrale nel deserto, senza porte né finestre, che evidentemente viene tenuta in vita grazie al contributo dei cittadini messinesi i quali pagano anche i canoni di locazione di un capannone in località Giammoro, mai utilizzato e allo stato vuoto. Tale società, quindi, permane in vita solo per soddisfare non meglio precisati scopi dell’Azienda, data anche la residua (se non nulla) possibilità che tale società possa un giorno funzionare. Inoltre non si conoscono quali sono i membri che attualmente compongono il consiglio di amministrazione della SO.ME.R., con quali cariche sociali e qual è nel dettaglio il loro compenso annuale”.
Il consigliere in quota Megafono vuole vederci chiaro e chiede innanzitutto i motivi per cui non è ancora stato deliberato lo scioglimento della SO.ME.R S.r.l. data la sua situazione patrimoniale e i bilanci in passivo. Vuole sapere quali sono i costi a carico di Messinambiente per la gestione della SO.ME.R. e se è vero che si paga un canone di locazione per un capannone vuoto e inutilizzato, quali analisi economiche, finanziarie e patrimoniali sono state condotte dal Comune di Messina o da Messinambiente nel corso dell’ultimo anno sulla opportunità di scioglierla, qual è nel dettaglio il patrimonio mobiliare posseduto dalla SO.ME.R. e chi sono i membri che attualmente compongono il Consiglio di Amministrazione. Burrascano chiama in causa anche l’Avvocatura del Comune circa la liquidazione della SO.ME.R. in quanto Messinambiente che la controlla al 100% è a sua volta in liquidazione.
Il consigliere attenderà chiarimenti. Anche se in questi mesi il nome della SO.ME.R. è tornato a circolare tra i corridoi di Palazzo Zanca perché potrebbe essere la società su cui trasferire la gestione rifiuti per avviare l’effettiva liquidazione di Messinambiente. Di SO.ME.R. si parla anche nella delibera con cui l’amministrazione Accorinti lo scorso ottobre avviava le procedure di mobilità tra partecipate per ricollocare i lavoratori ex Feluca, Ato3 ed ex Agrinova. Al momento però anche su questo fronte tutto tace.