“Perché ci si ostina a rappresentare una situazione contabile omissiva del comune di Messina manifestando fiducia e continuando a produrre atti carenti ? A chi ed a cosa giova la mancata presa di conoscenza di una completa e chiara situazione economico-finanziaria dell’Ente? A porre questi interrogativi sono il coordinatore Franco Providenti ed il segretario Pippo Pracanica, i quali in una lunga nota sottolineano: dall’esame delle delibere e più ancora dai messaggi inviati dall’Amministrazione agli organi d’informazione scaturisce la nostra preoccupazione poiché riteniamo sostanzialmente poco concludente il processo di risanamento della finanza comunale sbandierato a più riprese. Ravvisiamo invece un appesantimento della situazione complessiva stante la mancanza di atti che comprovino una riduzione effettiva della massa debitoria accertata con la delibera n. 82 del 28/09/2016 nella quale si certificava un debito complessivo già di per sé suscettibile di ulteriori variazioni per effetto delle valutazioni effettuate sull’ammontare dei debiti e non sulla scorta di precisi atti di riferimento”.
Providenti e Pracanica ricordano inoltre che il 28 settembre 2016, il Consiglio Comunale visti i pareri favorevoli e la relazione dei Revisori dei Conti deliberava, che “ la nuova massa passiva prevista per il periodo 2014-2023 ammonta a settembre 2016 ad euro 425,9/milioni di euro….. e che in realtà ora ammonterebbe ad un importo assai superiore pari a 548,8/milioni di euro (incremento ammortizzabile però in un periodo maggiore rispetto al piano decennale di riequilibrio)”.
“Orbene – scrivono i due rappresentanti di CittadinanzAttiva – poiché questa è la situazione certificata dall’Ente e dai suoi revisori dei conti non si comprende come tale debito nel conto consuntivo del 2016 si mantenga rigorosamente fuori dai conti del bilancio consuntivo, grazie all’inerzia dell’amministrazione. E’ proprio la relazione dei Revisori dei Conti afferma inoltre che alcuni parametri del patto di stabilità non coincidono con le norme vigenti e che “la gestione dell’Ente non è in linea con il rientro previsto nel piano di riequilibrio”.
“Guardando le delibere sui debiti dell’Ente e gli schemi transattivi proposti – continua il documento – si comprende bene il perché non vi sia una corsa da parte dei creditori a transigere, vi è infatti una indeterminatezza complessiva nelle proposte fatte dal Comune, tale da non risolvere i problemi non offrendo certezze. Si continuano a fare annunci e si sollecitano i creditori del Comune a transigere i propri debiti senza però fissare alcun termine specifico alle scadenze di reale pagamento e quindi non si può sperare in una reale soluzione del problema, eccetto per quei debiti già riconosciuti dal C.C. e riguardanti per lo più interessi diretti dell’Ente come per Messinambiente. La mancata specificazione di un termine per gli adempimenti negli schemi di transazione adottati, determina un obbligo a pagare che ove non fosse rispettato dovrebbe per lo meno far ritenere nullo l’accordo tra le parti, invece nulla è previsto in tal senso e pertanto il creditore oltre a non essere pagato rischia di aver accettato la decurtazione del proprio credito senza avere ottenuto nulla, ecco spiegato il perché siano ben poche le aziende ed i privati che hanno fatto ricorso a tale procedura. Al tempo stesso offrire risorse non adeguate alla mole del debito e non riuscire a programmare il soddisfo complessivo di tutte le partite giacenti seguendo un qualche ordine di priorità, produce inevitabilmente altri danni economici e disparità tra chi eventualmente riuscirà ad iniziare a farsi pagare magari perché creditore di importi modesti e chi invece non riterrà di potere aderire a tali richieste aleatorie. Se come è stato affermato in atti anche il consuntivo 2016, dopo i precedenti, non è in linea con il piano di riequilibrio dovremmo aspettarci, ormai a breve termine, il rigetto dello stesso e l’attivazione delle procedure previste dalla legge. Inoltre guardiamo, trasecolati, al progetto di approvazione del conto del bilancio 2016 consolidato con i conti delle partecipate non approvati dal Consiglio Comunale ma pur tuttavia inseriti nel Bilancio della Gestione Consolidata, ossia della gestione complessiva dell’Ente e delle sue Aziende” .
“Osservando inoltre i dati forniti, troviamo differenze tra i valori espressi dal Comune e gli stessi aggregati esaminati dai Revisori dei Conti, situazione che non riusciamo a comprendere. Resta soprattutto la perplessità che approvando tale delibera i Consiglieri Comunali stiano approvando, di fatto, anche i conti consuntivi delle partecipate”.
“E’ inoltre censurabile che si esercitino pressioni sul Consiglio Comunale affinché si voti rapidissimamente e favorevolmente una delibera di tale portata senza avere realmente il tempo sufficiente per capire e documentarsi a pieno. Pertanto, non possiamo che essere preoccupati sul futuro della Città e denunciamo pubblicamente tale situazione, anche perché avviandoci alle prossime elezioni amministrative riteniamo che i Partiti politici ed i loro prossimi candidati non possano esimersi dal certificare in quale stato si trovi la Città e quale sarà il suo futuro. Infatti è presumibile che i tempi tecnici per un esame dei conti poiché approvati solo da qualche giorno, comportino una risposta da parte della Corte dei Conti e del MEF ad elezioni concluse”.
“Chiediamo quindi alle forze politiche tutte di effettuare un approfondimento utile a comprendere se gli oltre 13.000 creditori dell’Ente ed i cittadini tutti potranno sperare in un ritorno alla normalità che attualmente almeno noi, al momento, non intravediamo. Sappiamo bene che l’Ente ha diverse criticità a partire dal ridotto numero di dirigenti che ha comportato l’assunzione di più incarichi al Segretario Generale divenuto, ormai da tempo, sostanzialmente controllore di se stesso e dalla mancanza di progettualità per la rimodulazione degli organici nelle società partecipate e nei processi produttivi. Tuttavia non possiamo che far suonare un campanello d’allarme su di una Città che ha bisogno di uno scossone per imboccare la strada di soluzioni vere, reali e sostenibili dei problemi, soluzioni che portino ad un rilancio economico e progettuale.
“ La ripresa di una azione politica di livello sovra comunale- concludono Providenti e Pracanica -ci appare indispensabile ed a tal fine chiediamo che si apra un tavolo di consultazione tra partiti ed associazioni di categoria per affrontare e risolvere i problemi di un Ente che pare sempre più marginalizzato e ripiegato su se stesso alla ricerca di soluzioni non più declinabili soltanto in sede locale”.