“Il jobs act riduce i diritti di chi lavora a partire dagli ammortizzatori sociali, rende tutti un po’ più precari. Un lavoratore può essere licenziato, demansionato, controllato a distanza. Non è questo ciò che ci serve, non è la strada da seguire perché si svalorizza ulteriormente il lavoro e non si affrontano i nodi di fondo e i ritardi di politiche industriali su settori strategici. Senza una ripresa degli investimenti pubblici ma anche delle imprese non si creano quei milioni di posti di lavoro di cui abbiamo bisogno”. Il segretario nazionale della Fiom Cgil, Maurizio Landini, a Messina per il convegno nazionale del sindacato, boccia sonoramente la riforma del lavoro varata dal governo Renzi.
“Il sud sta pagando un prezzo doppio – ha proseguito – con la deindustrializzazione, l’altissima disoccupazione, i giovani che devono andare via per trovare lavoro. E poi, in tutta Italia, è cresciuta la corruzione, ormai interi pezzi dell’economia sono in mano alla malavita organizzata. Vogliamo un nuovo modello di sviluppo, rimettere al centro l’idea di onestà e funzione sociale dell’impresa”.
Landini, di recente, ha avanzato l’idea dell’unità sindacale. “Non solo i sindacati si devono mettere assieme – ha ribadito oggi – ma mi interessa soprattutto l’unità del mondo del lavoro, che è diviso come non mai. Il nuovo sindacato va ricostruito sulla base dell’unità tra le persone che lavorano. C’è bisogno di democrazia e politiche che riducano davvero precarietà e estendano diritti e tutele, non del jobs act. I lavoratori non hanno una rappresentanza in politica. La proposta è di realizzare una coalizione sociale che rimetta al centro il tema del lavoro. Ci sono italiani che lavorano a 2 o 3 euro l’ora in condizioni incredibili. La politica torni ad occuparsi dei problemi delle persone. Il 50 % degli italiani non va più a votare perché non si sente più rappresentata. Si governa per una minoranza senza il consenso della maggioranza”.
Un occhio, infine, alle realtà locali. “Il governo siciliano prenda atto della situazione e si muova insieme ai sindacati per rivendicare impegni diversi nei confronti dello Stato e delle imprese. Con Accorinti ci conosciamo poco, quella di oggi è un’occasione per farlo. Mi è simpatico per quello che fa e per come lo fa, mi sembra una persona perbene che prova a fare cose importanti. Ha fatto una grande lotta contro il Ponte che la Fiom ha condiviso. Non abbiamo bisogno di opere assurde che incrementano tangenti e corruzione ma, ad esempio, di un piano straordinario per la tutela del territorio, visto che ormai basta un temporale per creare disastri. Chiediamo anche ad Accorinti di condividere le nostre idee per ricostruire la partecipazione e la fiducia delle persone verso le istituzioni, che arriverà solo se saranno portate avanti battaglie sociali comuni come quelle relative al diritto alla casa, allo studio, alla sanità e all’utilizzo di spazi pubblici abbandonati”.