Il passaggio generazionale inteso come passaggio di valori etici, e non solo come passaggio di beni materiali. È questo l’elemento che emerge dal convegno organizzato dall’Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti e Professionisti d’Impresa e dedicato proprio al “Patrimonio generazionale- come trarre valore dalle differenti prospettive”.
Diversi gli interventi che si sono registrati durante l’incontro di sabato mattina presso la Chiesa di Santa Maria Alemanna, in cui il passaggio da padre in figlio all'interno delle aziende , è stato analizzato secondo diversi approcci, da quello economico a quello giuridico attraverso l’analisi di tutti gli strumenti previsti per facilitare l’inevitabile successione nelle imprese. Ad aprire i lavori del convegno il presidente dell’associazione Carlo Maletta, che ha introdotto il tema sottolineando quanto fosse necessario riflettere sul passaggio che avviene all’interno delle aziende, che non deve essere considerato esclusivamente un passaggio di beni materiali, ma soprattutto una condivisione di medesimi valori etici all’interno delle aziende.
Come sottolineato dal consulente finanziario Giuseppe Giannetto nel suo intervento, le aziende familiari rappresentano il cuore pulsante dell’economia italiana. Secondo i dati snocciolati dal consulente l’85% delle aziende italiane è a carattere familiare, e queste garantiscono il 75 % dell’occupazione e l’80% del prodotto interno lordo del Paese. “Per queste aziende- ha sottolineato Giannetto- il ricambio generazionale, il passaggio da padre in figlio, rappresenta una vera e propria sfida. Pianificazione e diversificazione diventano le parole ordine per riuscire ad affrontare le sfide imposte dalla nuova società, ma anche puntare sulla stabilità familiare. Solo un’azienda stabile può, infatti, garantire la crescita del Paese”.
Ad arricchire il convegno anche le testimonianze del Cavaliere del Lavoro Alessandro Scelfo, che oltre a raccontare la sua esperienza familiare ha sottolineato quanto per le aziende il passaggio generazionale sia uno snodo strategico e che se non viene gestito bene può essere fatale. Per questo diventa importante per gli imprenditori gestire questo passaggio in maniera graduale e nel tempo. Roberto Lo Giudice, invece, ha raccontato come il giovane odontoiatra ha vissuto il passaggio di consegne nello studio di famiglia da suo nonno, a suo padre a lui stesso. Un passaggio caratterizzato da una medesima visione aziendale, ma anche dalla nuova attenzione per le nuove esigenze del mercato. A dimostrazione di quanto il ricambio generazionale può essere un miglioramento per l’azienda.
Al convegno hanno partecipato anche l’avvocato Carmelo Marra e il notaio Fabio Tierno, che si sono soffermati sugli aspetti legali del passaggio generazionale , e la sociologa Monica Musolino.