Si ricomincia da capo. Esattamente dallo stesso punto di poco più di un mese fa. Dopo l’emergenza rifiuti estiva causata da quell’ordinanza folle e contestata del presidente Crocetta che riduceva drasticamente le quantità di rifiuti da conferire in discarica, era arrivato il dietrofront dello stesso governatore che decideva di correggere se stesso e autorizzare i singoli Comuni a scaricare in base alle proprie esigenze, concordando direttamente con le discariche. Solo così Messina aveva ripreso fiato. Poi pochi giorni fa è arrivata una nuova ordinanza che ha rimesso tutto in discussione, ha imposto il nuovo limite di quantità di rifiuti che si portano in scarica e ha fatto ripiombare Messina nell’incubo emergenza. Un gioco al massacro, quasi una beffa. E, come se non bastasse, oggi sempre Crocetta fa ancora una volta retromarcia ed emette l’ennesima disposizione che lascia ai Comuni la libertà di concordare con gli enti gestori delle discariche il limite giornaliero di spazzatura da scaricare. In pratica esattamente ciò che era successo un mese e mezzo fa. Nella gestione dei rifiuti si continua evidentemente a navigare a vista, a suon di provvedimenti che restano in vigore pochi giorni e che poi vengono corretti, con conseguenze che fanno male ai territori. Perché per una settimana Messina ha potuto scaricare circa 40 tonnellate di spazzatura in meno che sono rimaste per le strade e, considerata che questa non è l’unica criticità che si affronta in città sul fronte rifiuti, adesso si perderà altro tempo per ripulire e recuperare quanto perso in una settimana.
L’assessore Daniele Ialacqua adesso contatterà la ditta Oikos insieme al liquidatore di Messinambiente Giovanni Calabrò per fissare il nuovo tetto per il conferimento. Ialacqua, che aveva fatto la voce grossa contro le decisioni del presidente Crocetta, non abbandona però l’idea del ricorso al Tar contro quel provvedimento delle 251,6 tonnellate giornaliere che in ogni caso penalizzano fortemente Messina e la costringono a trattative con la discarica. Oltre ovviamente al rischio di ritrovarsi punto e capo tra un paio di settimane.
Francesca Stornante