Al di là dell’ovvio patema d’animo collettivo per una Calabria che si sta lanciando a grandi falcate verso una prolungata “zona rossa” anche dal 6 aprile in poi, diversi i fatti di rilievo maturati in queste ore sul territorio, dalla cronaca al mondo delle imprese passando per il dialogo interistituzionale.
A Crotone diverse persone, incuranti della situazione davvero delicata e delle restrizioni legate alla “zona rossa” in cui la Calabria già si (ri)trova da alcuni giorni, avevano organizzato un party in casa. La Polizia, però, aveva ricevuto varie segnalazioni per rumori molesti, in relazione all’alto volume della musica diffusa nel corso dell’indebito festeggiamento casalingo.
Così, gli agenti hanno fatto irruzione: cinque i soggetti sanzionati e denunciati per violazione delle norme in vigore a causa dell’emergenza pandemica, ma anche per oltraggio a pubblico ufficiale.
Un comportamento ancor più irresponsabile considerando che, in serata, i numeri dei contagi in aumento e l’oggettiva situazione nel Crotonese hanno spinto il Presidente facente funzioni della Giunta regionale Nino Spirlì a dichiarare “zona rossa rafforzata” in cinque centri del Marchesato: Cirò, Cirò Marina, Cutro, Mesoraca e Roccabernarda. Per il 3, 4 e 5 aprile, dalle 5 alle 20 nei Comuni su menzionati saranno consentiti esclusivamente spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute, scandisce il testo dell’ordinanza presidenziale numero 20 di quest’anno.
Il 4-volte-sindaco di Catanzaro Sergio Abramo oggi ha inviato una lettera ufficiale al commissario governativo per la Sanità in Calabria. Le principali richieste di Abramo al prefetto Guido Longo consistono nel voler esercitare «il potere di proposta legislativa» e nel voler Longo indicare al Consiglio regionale «l’abrogazione delle norme che, di fatto, costituiscono l’impedimento sostanziale» alla piena integrazione fra l’Azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” e il Policlinico universitario “Mater Domini”, in precedenza Azienda ospedaliera autonoma a sua volta. Questo perché, rimarca Abramo, la stessa Corte costituzionale nella sua “stroncatura” ha chiarito come «non si possa parlare di creazione di una nuova azienda unica, ma si debba procedere alla fusione tramite incorporazione delle due aziende ospedaliere esistenti».
Sbloccare lo stallo in corso da fin troppo tempo, si rimarca da Palazzo de Nobili, è «fondamentale per la razionalizzazione, gestionale ed economica, e il rafforzamento del comparto sanitario non solo della città di Calabria, ma dell’intera fascia centrale della regione» con ovvie ricadute anche nell’attuale contrasto alla pandemia.
Ma ci sono anche più stringenti misure anti-assembramento disposte dall’Amministrazione comunale in seguito a specifica seduta del Cosp, il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica: dalle 9 alle 22, nei tre giorni più “sentiti” del weekend pasquale (domani sabato 3 aprile, Domenica di Pasqua 4 aprile e il giorno di Pasquetta, lunedì “dell’Angelo” 5 aprile) saranno vietati il passeggio, lo stazionamento e lo svolgimento d’attività motorie e sportive sui lungomare dei quartieri Lido e Giovino, sulle spiagge dell’intero litorale comunale e nelle pinete dei quartieri Giovino e Siano.
Si tratta di «una decisione sofferta, ma indispensabile – commenta il primo cittadino catanzarese Abramo – per salvaguardare la sicurezza di tutti. Alla luce, soprattutto, della crescita dei contagi delle ultime settimane e del concreto rischio di saturazione degli ospedali, fattori che già hanno portato a sospendere la didattica in presenza nelle scuole».
Nel Cosentino, come s’è scritto anche in relazione al drammatico bollettino di oggi, in cui purtroppo spiccano alcuni numeri poco confortanti (12 vittime su scala regionale, 8 decessi nel solo territorio provinciale cosentino, dove peraltro si concentra pure il maggior numero dei calabresi contagiati), il commissario dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza Vincenzo La Regina, «dopo un’attenta analisi della situazione», ha individuato «altre sedi vaccinali». Implementati dunque i seguenti Centri vaccinali: Parco Acquatico di Rende, Acri, Lattarico (Distretto Valle Crati); Cetraro, Praia a Mare (Distretto del Tirreno); Cariati, Cassano, Trebisacce (Distretto Jonio); Roggiano Gravina (Distretto Esaro-Pollino); Rogliano (Distretto Cosenza-Savuto).
Complessivamente, i Centri vaccinali prenotabili risultano dunque oggi spalmati su 17 differenti territori comunali e nell’arco di quattro Distretti sanitari -, che risultano dunque «prenotabili in territori ove è possibile garantire in sicurezza l’operazione»-vaccinazione.
In un mare magnum di solidarietà che sta silenziosamente attraversando l’intero Paese in era-Covid, anche i Giovani imprenditori calabresi non vogliono in alcun modo «sottrarsi a quest’impegno per il bene comune», nella piena consapevolezza della «responsabilità sociale» del mondo dell’impresa. Così il presidente dei Giovani imprenditori di Unindustria Calabria Umberto Barreca, rendendo pubblica l’intenzione delle aziende associate (già comunicata alla Regione Calabria dal presidente calabrese di Unindustria Aldo Ferrara) di «mettere a disposizione
medici competenti e locali aziendali per vaccinare in sicurezza tutti i dipendenti» che lo desiderino. Questo perché, si spiega in una nota, i numeri delle dosi iniettate «devono aumentare e solo con il
contributo di tutti si può pensare di raggiungere l’immunità di gregge necessaria per mettere in sicurezza i cittadini, ponendo fine alla
pandemia e, al tempo stesso, garantendo le condizioni per una ripresa
dell’economia, oggi letteralmente in ginocchio per gli effetti
devastanti della crisi». Un percorso, questo, pienamente condiviso – evidenzia Barreca – dalle Sezioni territoriali.