E’ una studentessa e soprattutto una cittadina modello, ha seguito alla lettera ogni regola. Eppure il suo isolamento dura ormai da un mese e mezzo senza che vi sia alcuna risposta. Ma, quel che è più grave, è che a giugno dovrà sostenere gli esami ma proprio quest’esame è a rischio a causa di un sistema che non funziona come dovrebbe.
Ecco la storia di Carmela Nunzia Nibali Lupica. Dal 9 marzo ad oggi (22 aprile) è in autoisolamento in condizioni di disagio ma soprattutto senza avere risposte né del tampone né sul modo di continuare gli studi e sostenere l’esame con serenità.
“Ho 18 anni e vivo a Caronia. Sono stata a Napoli l’8 marzo. Il giorno successivo, prima di rientrare in Sicilia mi sono posta in Autoisolamento volontario a Reggio Calabria per 14 giorni, COMUNICANDO a tutte le autorità interessate ogni mia decisione. Il 21 marzo rientro a Caronia e con autodenuncia entro in isolamento presso una casa disabitata messami a disposizione da parenti. Dopo circa venti giorni (10 aprile) mi viene fatto il tampone; non conoscendone a tutt’oggi l’esito, vivo ancora in questa situazione. Sebbene tutte le Istituzioni, dal Sindaco fino al mio medico, conoscano la mia condizione, nulla ancora si sta muovendo per cui chiedo il vostro aiuto per far da megafono a questo mio problema e potere riprendere con serenità i miei studi”
Carmela ha seguito passo per passo tutte le regole. Dopo il regolare autoisolamento in Calabria quando è tornata a Caronia si è nuovamente autoisolata ed ha contattato la Regione Siciliana, nonché il sindaco ed il medico curante. Le Istituzioni di Caronia le hanno dato informazioni sulle regole da seguire (es. come buttare la spazzatura ecc). Successivamente le arriva una e-mail dalla regione che la invita a registrarsi sull’app “Sicilia si cura”. Da quel giorno non ha avuto contatti con la famiglia se non per ricevere il cibo che i parenti le lasciano sul pianerottolo.
“Dal 21 marzo passano due settimane senza ricevere alcuna comunicazione e quindi contatto Sindaco e Polizia municipale per avere ulteriori delucidazioni. La riposta è: non è di nostra competenza. Nell’appartamento non vi è televisore, la fornitura di acqua è saltuaria, non è presente la lavatrice e soprattutto non dispongo di rete wi-fi utilissima per seguire la didattica a distanza poiché quest’anno ho l’esame di maturità. È chiaro che in questa situazione mi sento veramente sola ed abbandonata da chi di dovere.
Finalmente il tampone mi viene fatto il 10 aprile e da quel giorno ho trascorso quasi altre due settimane chiusa nel mio totale isolamento. Mi chiedo: ne vale la pena? È questo il modo con cui viene ripagata la mia correttezza? Come si può lasciare una persona sola senza neanche sapere come sta vivendo? Una situazione di questo genere non mi dà certo serenità pensando di dover affrontare a brevissimo quell’esame di stato che sarà il mio biglietto d’accesso per l’università o per il mondo lavorativo.
Mi chiedo di nuovo dove sia lo Stato ma soprattutto abitando in un paese piccolissimo dove tutti conoscono tutti, dove sono coloro che dovrebbero tutelare e rappresentare la mia dignità di cittadina?Rispetto il sacrificio che ognuno fa ma deve anche essere tutelato il mio diritto di tornare a casa, di riprendere la mia vita e di stare al sicuro con la mia famiglia. Il rispetto delle regole deve essere reciproco.Carmela Nunzia Nibali Lupica Caronia montagna (ME)
ps- aggiornamento del 22 aprile ore 9.49:
Buongiorno, con la seguente e-mail vorrei avvisare del fatto che come ogni mattina ho chiamato l’Asp di Messina. Mi hanno comunicato di essere negativa al tampone. Le istituzioni del mio paese non mi hanno ancora avvisata,forse non gli è ancora stato comunicato. Nonostante questo io sarei ancora disponibile a pubblicare la mia lettera in quanto vorrei far sapere cosa io ho vissuto. Ci sono altre persone in isolamento come me da molto tempo,la mia lettera potrebbe fungere da stimolo anche per loro.