Coronavirus

Coronavirus. Il grido di Autonomi e partite iva: “Siamo diventati ostaggio delle banche”

Il grido d’allarme è della coordinatrice regionale del movimento politico “Autonomi e Partite Iva” Cristina Puglisi Rossitto che ha scritto a Mattarella, Conte e Musumeci. I DPCM che avrebbero dovuto aiutare le partite iva, i liberi professionisti, le piccole imprese, gli autonomi, si sono rivelati del tutto inefficaci. Da un lato non sono arrivati i soldi, dall’altro, le categorie in questione sono state “consegnatealla discrezionalità delle banche e degli istituti di credito.

“Imprenditori ostaggi” delle Banche

“La libertà operativa delle società operanti nel sistema finanziario, es­sendo istituti di diritto privato ha operato un ingiustificato blocco nell’ac­coglimento delle domande di concessione del credito, determinando una ulteriore distorsione del sistema di accesso al credito- scrive Cristina Puglisi Rossitto– Spesso gli istituti di credito non solo non snelliscono l’istruttoria delle richieste, seb­bene queste siano garantite al 100% dal Fondo Centrale di garanzia PMI ma chiedono agli imprenditori, piccoli o medi, il rientro immediato dei fidi con­cessi in data anteriore all’inizio dell’emergenza sanitaria”.

Nessun aiuto concreto

In sostanza usano la nuova possibilità di finanziamento per “coprire” i precedenti crediti, mettendo ancora più in ginocchio l’imprenditore già piegato dalla crisi. Autonomi e Partite Iva chiedono quindi un intervento normativo volto a prevedere che la volontà di un istituto bancario di recedere dalla concessione dei fidi debba trovare il limite di una rinegoziazione del credito del fido attraverso un ragionevole piano di rientro che tenga conto della condizione economica dell’impresa coinvolta, sotto il profilo della sostenibilità economica del piano di rientro. Ovviamente, ad esclusione di tutti quei casi in cui l’accesso al fido sia determinato da condizioni patologiche di crisi aziendale.

Provvedimenti inadeguati

Purtroppo, visti i provvedimenti posti in atto sino ad oggi, questi li riteniamo inadeguati o comunque indiscutibilmente insufficienti per af­frontare la grave crisi economica che si profila in tutta la sua gravità e fero­cia nel prossimo futuro- prosegue la coordinatrice regionale del Movimento- Ciò che ci prefiggiamo, nel ruolo di rappresentanti dell’imprendito­ria nazionale è di sensibilizzare, proporre, e sperare, in un’azione forte e di grande impatto economico che possa fungere da ammortizzatore per tutte le problematiche economiche e finanziarie che gli Autonomi stanno affron­tando”.

Le tasse solo rinviate…

I provvedimenti Governativi in nessun caso hanno previsto, differentemente da quanto sta accadendo in altri paesi Europei, aiuti concreti alle aziende ed alle imprese e questo è sicuramente un fatto gravissimo che pone l’Italia come nazione fanalino di coda di una Europa immaginata e voluta come la casa di tutti gli uomini e donne europei. Il modesto impatto economico dell’azione di Governo, infatti, si è ri­dotto alla sola provvisoria sospensione dei pagamenti dei tributi e delle tasse e non anche ad una loro totale eliminazione per un periodo sufficiente, così da poter garantire alle aziende una seppur difficile sopravvivenza sul mercato. Insomma solo un serio intervento normativo potrà risolvere la gravissima situazione.