REGGIO CALABRIA – Il boom di focolai del Coronavirus e l’escalation nel numero di contagi ieri ha portato il presidente della Regione Roberto Occhiuto – che peraltro, si ricorderà, è anche commissario governativo alla Sanità – a una decisione drastica: da stamattina, 11 centri del Reggino sono in “zona arancione” fino al 9 gennaio (per la durata di 8 giorni, dunque).
Statisticamente, si tratta peraltro di un numero rilevantissimo di Comuni: l’11,3% di tutti i 97 Enti comunali del Reggino. Sullo scacchiere dei tre assi principali del territorio metropolitano, 2 sono i centri interessati che ricadono nell’area dello Stretto, Campo Calabro e San Roberto. Altri due Comuni in “arancione” fanno parte della Locride: si tratta di Ferruzzano e della grecofona Roghudi. In ben 7 casi, invece, sono località della Piana di Gioia Tauro a essere colpiti dal provvedimenti: Cinquefrondi, Galatro, Laureana di Borrello, Melicucco, Rizziconi, Rosarno e Taurianova.
Fra le differenze che caratterizzano la vita di chi risiede un centro in “zona arancione”, con mezzi propri ci si potrà spostare liberamente all’interno del Comune di residenza ma per raggiungere altri Comuni o altre regioni i soggetti senza Green pass dovranno esibire autocertificazione comprovante lo spostamento per motivi di salute, motivi di lavoro o stato di necessità. Non ce ne sarà bisogno, però, se si viaggia da centri con meno di 5mila abitanti alla volta di Comuni distanti meno di 30 km ovvero per raggiungere (o tornare da) il capoluogo di provincia.
Servirà il Green pass rafforzato per entrare al bar e consumare al bancone o sedersi a un tavolino all’aperto, mentre sarà obbligatorio il Super Green pass per consumare al tavolo di strutture ricettive (alberghi, b&b etc.) all’aperto senza alloggiarvi.