Le sue statistiche sull’andamento dei contagi da coronavirus in Italia hanno fatto il giro del web fino ad essere apprezzate e rilanciate dall’ex ministro ed economista Renato Brunetta, che gli fornito anche delle indicazioni per perfezionarle. Niente più previsioni ma solo l’oggettività dei numeri per comprendere l’evoluzione dell’epidemia di Covid-19.
E dire che l’ingegnere messinese Giuseppe Palamara aveva cominciato a farle quasi per gioco, da semplice appassionato, rapportando l’andamento dei contagi in Cina a quello italiano.
“Il 13 marzo scorso – racconta Palamara – feci un grafico con la curva di Gauss per l’Italia (andamento dei sotto terapia che giunge a zero quando non ci sono più contagiati), guardando quella della Cina (figura 1) che aveva visto la “risoluzione del problema” in un mese, dal 19 gennaio (primo morto) al 18 febbraio (quasi azzeramento dei sotto terapia). Questo mio studio ebbe molto successo su Facebook, per la verità più sui gruppi nazionali che tra i miei amici messinesi, perché in molti seguendo i miei calcoli e quel 13 marzo anche le mie previsioni (avevo elaborato tutti i dati proiettando i valori con un sistema semiprobabilistico al 6 aprile), prevedevano il famoso “picco”, cioè l’inversione di tendenza della curva di Gauss, per 18 marzo. Ecco dunque che ricevo la telefonata di un medico e politico romano, che aveva chiesto il mio numero ad un mio amico del gruppo WhatsApp Rete Civica degli attivisti per il #messinabridge (Palamara gestisce anche una pagina Facebook sull’argomento, ndC), che mi dice che un ex ministro ed esperto di statistica era stato molto impressionato da un’altra tabella (figura 2) che aveva già pubblicato sulla sua pagina Facebook e mi voleva parlare al telefono per una joint-venture”.
E così, dopo una chiacchierata telefonica, Giuseppe Palamara – ingegnere civile libero professionista che da un trentennio opera a Messina e provincia nell’ambito dell’urbanistica e nella progettazione e direzione dei lavori di opere edili – si ritrova a collaborare con l’ex ministro Renato Brunetta. “In pratica – continua – esaminiamo solamente l’aumento percentuale rispetto al giorno prima dei dati dei contagi, dei morti e dei guariti. Sono evidenziate in verde le percentuali in miglioramento rispetto al giorno prima, cioè se diminuisce il trend giornaliero di contagi e morti e se invece aumenta quello dei guariti”.
Una statistica che ieri ha diffuso anche un certo ottimismo in un periodo molto buio per il nostro Paese.
“Ieri, 22 marzo, abbiamo due “verdi” (dati che migliorano rispetto al giorno prima). Il primo “verde” è relativo ai contagi: abbiamo avuto 5.566 contagi. Due giorni fa il dato complessivo era di 53.572 contagiati: in matematica questo è un aumento percentuale del 10,4%, il più basso dell’ultimo mese. In linea con il trend degli ultimi 8 giorni sotto 17% ben distante dal quasi 30% che toccavamo nei giorni di boom. Altro dato in “verde” è quello dei deceduti rispetto a due giorni fa. Dobbiamo guardare proprio questi dati e concludere che ancora non siamo al “picco” (inversione del trend), ma stiamo contenendo bene gli aumenti percentuali, molto al di sotto del resto d’Europa essendo noi partiti prima col virus”.
Ma c’è di più. Un dato importante che tutti ci auguriamo sia confermato anche oggi…
“Sì, dulcis in fundo, una nuova analisi fatta proprio ieri, che ho chiamato “Fine-Tuning Picco”, ovvero picco finemente regolato (foto 4). L’inversione di tendenza (raggiungimento del picco) si avrà quando nel dato della terza colonna sarà in positivo la differenza tra i sotto terapia giornalieri ed i contagi giornalieri. Così ancora non è, e dunque l’inversione non può esserci. Teniamo un occhio sui valori in verde ovvero quando almeno questa differenza si sta riducendo”.
“Ieri però, 22 marzo, c’è un bellissimo dato di quasi 1.000 punti rispetto al dato del giorno prima (da -4.815 a -3.963), di questo passo per andare in positivo non ci vorrà molto (quattro giorni se si mantenesse questo trend). Facciamo questo anche per dare ascolto a quello detto proprio ieri da un rappresentante del Governo che ha chiesto alle televisioni di non invitare più illustri opinionisti ben pagati che sanno solo urlare alla catastrofe ed inveire aizzando la popolazione. Noi non siamo “gomblottisti” – conclude l’ingegnere Giuseppe Palamara – e non diamo peso ai video di “caccia alle streghe” che circolano sui social e soprattutto non ci piace essere vittimisti e piangerci addosso, guardiamo sempre il bicchiere mezzo pieno e siamo per il fare non per il disfare”.