Oltre il 90% di calo in tutti i settori commerciali della città. E’ questo il disastroso bilancio nella prima giornata in cui anche Messina si è risvegliata “zona rossa”, o “zona protetta” come ha specificato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nella conferenza stampa di ieri. Sono in tanti gli esercenti che hanno scelto chiudere le loro attività, anche se il decreto non lo vieta espressamente, oppure di aprire solo per metà giornata.
Intanto Confesercenti, Confcommercio, Confartigianato e Cna di Messina, dopo i tavoli di confronto di questi giorni con l’assessore alle Attività Produttive, Dafne Musolino, e successivamente anche con il sindaco Cateno De Luca e l’intera giunta, riguardanti le misure urgenti da adottare per sostenere le imprese, hanno stilato un documento programmatico contenente tutte le richieste esposte nel corso degli incontri.
Il testo verrà inviato alla deputazione nazionale e regionale, all’amministrazione comunale e al sindaco.
I pubblici esercizi e le attività del commercio sviluppano lavoro per almeno 16 mila persone nella città di Messina e per altre 32 mila persone per il resto del comprensorio metropolitano. Si contano in totale 7.500 aziende a Messina e 14.000 in provincia.
“Il crollo degli introiti ha generato un’erosione della cassa che nel giro di pochi giorni rischierà di portare le attività all’insolvenza. Soltanto un robusto ed immediato aiuto finanziario da parte della Pubblica Amministrazione può evitare che questo accada”.
Queste nel dettaglio le richieste delle quattro associazioni di categoria, da assolvere entro il 16 marzo:
Confesercenti, Confcommercio, Confartigianato e Cna di Messina auspicano che i commercianti e la cittadinanza si attengano scrupolosamente alle regole dettate dal Governo nazionale, “al fine di scongiurare il protrarsi di una situazione di estrema gravità dal punto di vista sanitario ed economico”.