7000 italiani laureati in psicologia in attesa dell’esame di abilitazione, dopo il tirocinio annuale. Sono scesi nelle piazze italiane, anche a Messina, perché l’esame è stato rinviato a causa dell’emergenza coronavirus.
“È l’esame che ci farà lavorare, dobbiamo farlo per forza – dicono -. Le prime sessioni utili sono a giugno e novembre di ogni anno, quindi molti di noi finiscono il tirocinio mesi prima (la maggior parte a marzo o settembre di ogni anno), ma devono attendere ancora mesi prima di poter provare l’esame. Esame composto da quattro prove, di cui tre scritte e una orale, distanziate tra loro, in quanto per accedere alla prova successiva è necessario il superamento di quella precedente. Prove che trattano tematiche per le quali già siamo stati valutati più e più volte durante gli anni universitari. Il 16 giugno saremmo dovuti essere seduti ad un banco, a sostenere la prima prova. Inizia l’emergenza sanitaria e inizia anche la nostra battaglia”.
L’esame è stato spostato dal 16 giugno al 16 luglio e trasformato in un’unica prova orale a distanza, “senza chiedere il nostro parere né quello del Consiglio nazionale degli studenti universitari. Abbiamo chiesto che il nostro esame di Stato venisse tramutato nel riconoscimento del tirocinio professionalizzante, così come era stato fatto a marzo per i medici, essendo anche noi professioni sanitarie. Era stato presentato un emendamento in tal senso ma è stato ritirato a due giorni dalla discussione in Senato, il 26 maggio, perché chi l’ha presentato riteneva che sarebbe stato bocciato dalla maggioranza. L’Italia è l’unico Paese in Europa nel quale sono presenti gli esami di abilitazione. Negli altri Paesi la laurea in psicologia è abilitante. Così c’è chi si pente di non aver studiato all’estero”.
Le Università stanno pubblicando i bandi. “Se le connessioni internet dovessero saltare durante l’esame si rischia la bocciatura. E la tassa di iscrizione, che in alcune sedi è anche di 500 euro, non verrà rimborsata, in tempi di emergenza economica dopo quella sanitaria. Il nostro futuro è completamente nelle mani delle commissioni esaminatrici. Non sappiamo quanto durerà l’esame, come verrà affrontato, i sistemi di valutazione. Per di più chi lo farà nella prima settimana sarà svantaggiato rispetto agli altri”.