MESSINA – Nel mondo della scuola il caos regna sovrano. Si è registrato un pomeriggio convulso. Da Palermo l’assessore Lagalla annuncia che giovedì 13 si torna in classe con Dad solo in casi straordinari. Ma non sarà così in molti Comuni siciliani, nei quali i sindaci hanno comunque firmato una ordinanza di chiusura. A Messina il sindaco ha confermato l’ordinanza del 9 gennaio (con la quale si revoca quella del 7) che dispone, in seguito all’escalation dell’emergenza covid e del parere dell’Asp, dal 13 sino al 23 gennaio incluso, la sospensione delle attività didattiche in presenza. Il provvedimento vale per gli Istituti comprensivi e scolastici pubblici, privati e paritari di ogni ordine e grado, compresi gli asili nido, micronido, sezioni primavera e gli asili in casa. In questo periodo gli Istituti scolastici sono tenuti a garantire lo svolgimento delle attività didattiche mediante la did o la dad, salva sempre la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori o per mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali.
La conferma è giunta nel corso della diretta serale dal Coc (il Centro operativo comunale). “Lagalla – sbotta Cateno De Luca – aveva annunciato il ritorno in classe auspicando che il sindaco di Messina si adeguasse. Ma io – prosegue il primo cittadino – ho risposto rincarando la dose. Che non mi adeguo in quanto mi sono assunto delle responsabilità e non mi tiro indietro di fronte ad una situazione fuori controllo, a partire dai posti letto che sono di fatto saturi. Per non parlare del tracciamento. E degli screening che si sarebbero dovuti fare prima di tornare in classe. Per quanto riguarda la scuola – incalza il sindaco – la mia ordinanza non è stata ancora impugnata. Ci troviamo dinanzi ad una situazione politica. E quello che si è registrato a Palermo è stato un siparietto…”. De Luca ha ribadito che “Messina ha numeri da zona rossa. Ed io tutelo i miei cittadini”.
La decisione adottata dal Comune di Messina è stata seguita anche da altri due capoluoghi di provincia siciliani: Palermo e Catania. E non solo.
L’assessore all’emergenza Dafne Musolino ha sciorinato i numeri da zona arancione-rosso di Messina. “Nella settimana dal 2 al 9 gennaio – spiega – si sono registrati 3.153 contagi con una incidenza di 1397,9 per 100mila abitanti”. Musolino ha anche dato i numeri dei vaccinati in città: “La percentuale è bassa, del 68,49 su tutta la popolazione e dell’81,7 nella fascia che va dai 12 ai 60 anni”.