“Care Istituzioni, dove siete finite?” Questa è la domanda che si pone Concetta Bucca, responsabile della Casa di Riposo per anziani “S. Paolo”, in provincia di Messina, autorizzata dall’ASP ad ospitare un numero totale di 80 posti letto.
“Stiamo vivendo una situazione di estrema difficoltà, nonostante abbiamo chiuso la struttura a parenti, fisioterapisti e, perfino, medici, già dal 7 marzo, e ci siamo muniti, dal 24 febbraio, di tutti i presidi e le precauzioni necessari. Mi assale ugualmente, e sempre più forte, l’ansia di ritrovarmi in una situazione come quella recentissima verificatasi in una residenza per anziani di Messina ed in altre strutture dello stesso tipo situate in varie città italiane. Come si fa a mantenere la serenità e la sicurezza dal punto di vista della attuale situazione di contagio per gli ospiti della struttura e per gli operatori che assistono gli stessi?
Negli ultimi giorni mi sono rivolta a tantissime Istituzioni e figure istituzionali che dovrebbero essere preposte a dare una mano a noi cittadini; ho richiesto dispositivi di protezione individuali (DPI) e, soprattutto, l’effettuazione di tamponi di verifica ai nostri dipendenti, ma non ho ottenuto assolutamente nulla. I telefoni squillano ma nessuno risponde, i messaggi arrivano e alle nostre richieste non fa seguito niente se non il silenzio assoluto.
Cosa possiamo fare? Lasciare che qualcuno dei nostri dipendenti, magari portatore asintomatico ed ignaro di avere il virus, contagi uno o più nonnini affidatici? Non ce lo perdoneremmo mai. Sarebbe una strage che avrebbe potuto essere prevista e risolta in tempo. Sento di avere un peso grandissimo ed una responsabilità che, purtroppo, non vengono compresi da quelli che sono o, meglio, dovrebbero essere le sedi di supporto e di aiuto del nostro Paese”.
Questo il suo appello, per il quale chiede alle Istituzioni l’effettuazione di tamponi a tutti i suoi dipendenti, “in considerazione delle ultime evidenze scientifiche, secondo le quali l’effettuazione dei tamponi diagnostici per COVID19 rappresenta uno strumento di sanità pubblica, dunque utile per la prevenzione della diffusione dell’infezione; da effettuare non solo nei soggetti sintomatici ma, in particolare, negli asintomatici, come il personale sanitario, i dipendenti di case di riposo, delle carceri, dei supermercati e negozi alimentari”.
Una scelta strategica importante cui chiede di dare ascolto.