È trascorso quasi un anno dall’inizio dell’implementazione dell’accordo sul recapito firmato nel 2015, che la Cisl definisce "fallimentare". "Un accordo di responsabilità fu definito dall’azienda a giorni alterni (il prodotto non vieni recapitato ogni giorno) – dice il segretario regionale di Slp Cisl, Giuseppe Lanzafame -. Un accordo tra azienda e sindacati prendere o lasciare con tante assicurazioni, prima fra tutte la garanzia di ricollocazione di personale in eccedenza. Per conseguenza in Sicilia, ad esclusione di Agrigento Ragusa e Caltanissetta e nei Comuni di Palermo e Catania, è stato dato il via al nuovo modello di recapito".
"Raddoppiato il lavoro dei portalettere con tagli di posti di lavoro – prosegue Lanzafame -. Tutto questo per volere del governo e del nuovo piano industriale. Già da subito nutrimmo molte perplessità sulle modalità del nuovo modello, tagli e caos per la nostra regione. Un piano che nei due anni 2016/17 di fatto prevede perdita di posti di lavoro in una regione già martoriata dalla disoccupazione. L’azienda assicurò che il piano prevedeva, tra l altro, strumenti e perfino un rilancio con nuove acquisizioni di mercato, vedi pacchi. In effetti negli ultimi mesi migliaia di pacchi invadono i locali dei centri di smistamento e nelle sale portalettere ma i risvolti sono eloquenti. Nessuna programmazione con totale caos e disagio dei lavoratori. Giacenze di prodotto, mancanza di strumenti, totale anarchia, contratto di lavoro praticamente annullato, normative sulla sicurezza, contenuto dell’accordo e' come se non ci fossero/inapplicabile. Il personale allo sbando, esasperato e costretto a smaltire prodotto umanamente impossibile da recapitare. Peggio ancora i pochi assunti a tempo determinato che hanno il rischio di non avere rinnovato il contratto. I lavoratori sono allo stremo, psicologicamente provati".
"L'azienda prenda atto che il modello è sbagliato – dice ancora il segretario regionale di Slp Cisl – e che deve correre ai ripari senza più tentennamenti. Da mesi in Sicilia abbiamo capito e denunciato, prima nei luoghi preposti e dopo con i sit in, fino ad arrivare allo sciopero generale del 4 novembre dove i lavoratori del settore si sono espressi: "modello recapito da cambiare radicalmente ". Ovviamente il caos, la forte tensione nei luoghi di lavoro, ha conseguenza sulla qualità del servizio e, quindi, sulla clientela che non riceve il prodotto nei tempi stabiliti".
Slp Cisl sottolinea di ricevere ogni giorno quasi un supplizio da parte della categoria: "fate qualcosa, qui si scoppia" . "E l azienda sta a guardare – conclude Lanzafame -. Ancora oggi Poste è pubblica e le istituzioni, la politica, hanno il dovere d intervenire per garantire un servizio al cittadino. Noi non ci fermeremo dinnanzi a questo scempio che colpisce i lavoratori e i clienti e che mette a rischio anche il futuro di Poste a cui noi teniamo per la garanzia dei posti di lavoro. Intanto si continua con lo sciopero dello straordinario fino al 9 gennaio".