E' la discarica in cui finiscono i rifiuti di duecento Comuni siciliani, tra cui Messina
Rifiuti che creavano biogas, emettendo cattivi odori e gas serra, e formavano percolati, sversati nel suolo e nelle acque. Frigoriferi interi con poliuretano, pneumatici, materiali non lacerati, oggetti recuperabili, pasti provenienti integri da mense, rifiuti speciali sanitari. C’era di tutto nella discarica di Lentini (Siracusa), la più grande della Sicilia, gestita dalla Sicula Trasporti, lì dove finiscono i rifiuti di oltre duecento Comuni siciliani, tra cui quello di Messina.
Guardia di Finanza di Catania e Gruppo Aeronavale di Messina
La guardia di finanza provinciale di Catania, in collaborazione con lo Scico
(Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata) e il gruppo aeronavale di Messina, ha eseguito un’ordinanza di misure cautelari nei confronti di nove persone (2 in carcere, 3 ai domiciliari e 4 sottoposti a obblighi di Polizia giudiziaria) per una presunta illecita conduzione della discarica di Lentini.
I reati
I reati ipotizzati a vario titolo dalla Procura di Catania sono associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, frode nelle pubbliche forniture, corruzione continuata, rivelazione di segreto d’ufficio e concorso esterno all’associazione mafiosa.
I sequestri
La Gdf sta eseguendo perquisizioni e sequestri preventivi a carico delle società del gruppo Leonardi per complessivi 116 milioni di euro, di cui 6 milioni ad Antonino e Salvatore Leonardi (amministratore e socio della Sicula Trasporti) e Vincenzo Liuzzo (pubblico ufficiale che avrebbe ricevuto tangenti in contanti per cinquemila euro al mese, documentati dai finanzieri da agosto 2018 a marzo 2019).
Le società
110 milioni, invece, è la somma del sequestro preventivo per tre imprese: la Sicula Trasporti di Catania, che gestisce la discarica di Lentini e ha 120 dipendenti e un fatturato annuo di 100 milioni, la Sicula Compost di Catania, che produce compost e ha 20 dipendenti e un fatturato annuo di 3 milioni e mezzo, la Gesac di Catania, che estrae pomice e la fornisce per cospargerla sulla parte secca dei rifiuti, ha 20 dipendenti e un fatturato annuo di 2 milioni.
L’evasione dei tributi
Le illecite modalità di conferimento di rifiuti in discarica determinavano anche un’evasione del tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi pari, per il 2018, a oltre 6,2 milioni di euro, a cui vanno aggiunti sanzioni e interessi.
Gli arresti e le altre misure cautelari
Va in carcere Antonino Leonardi (57 anni, amministratore di tutt’e tre le società), ai domiciliari il fratello Salvatore (47 anni, socio).
Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria è di dimora per Francesco Nicotra, 36 anni, responsabile dell’impianto di compostaggio di Grotte San Giorgio, a Catania, Francesco Zappalà, 52 anni, responsabile dell’impianto di trattamento meccanico biologico dal quale originavano i rifiuti illecitamente conferiti in discarica.
I quattro avrebbero costituito un’associazione a delinquere per il traffico illecito di rifiuti, frode in pubbliche forniture e corruzione per evitare i controlli e avere provvedimenti amministrativi favorevoli. Gestivano un enorme quantità di rifiuti, non più controllabile secondo le norme di legge, che finiva in discarica senza alcun trattamento preliminare, senza individuare i materiali non ammissibili o da recuperare.
Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e di dimora anche per i fratelli Francesco (49 anni) e Nicola Guercio (59 anni), amministratori della Edile Sud, società di Scordia (Catania) che gestisce un impianto di rifiuti inerti a Lentini (Siracusa), con 18 dipendenti e un fatturato annuo di un milione, per la quale è stata chiesta la nomina di un commissario giudiziale.
Ai domiciliari anche Vincenzo Liuzzo, 57 anni, dirigente dell’unità dell’Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale) di Siracusa per i controlli e monitoraggi ambientali, e Salvatore Pecora, 63 anni, istruttore tecnico del Libero Consorzio (la Provincia) di Siracusa addetto al controllo sulla gestione dei rifiuti.
L’inchiesta tratta anche le pressioni “esercitate da esponenti del clan mafioso Nardo” per “l’affidamento di un chiosco-bar nello stadio dove gioca la Sicula Leonzio”, squadra di calcio di serie C. Va in carcere anche Filadelfo Amarindo, 68 anni, dipendente della Sicula Trasporti e concorrente nell’associazione mafiosa che fa capo a Sebastiano Nardo, affiliata a “Cosa Nostra” etnea e operativa su Lentini.