La corsa all’ermellino si arricchisce di un nuovo partecipante, il prof. Giovanni Cupaiuolo, docente di Letteratura latina. Il suo nome circolava già da settimane, ma da oggi la sua candidatura è ufficiale perché anche lui ha deciso di prendere carta e penna , informando la comunità accademica che correrà per conquistare la poltrona di rettore .
La discesa in campo di Cupaiolo segue quella del prof. Giuseppe Vita, lanciatissimo sui social network Facebook e Twitter, e del prof. Pietro Navarra, anche loro firmatari nei giorni scorsi di una lettera indirizzata a tutti i rappresentanti del mondo universitario. (vedi correlati)
Il latinista Cupiaolo, vicino alle posizioni dell’ex rettore dell’Università di Messina, Gaetano Silvestri, si colloca in un’area di centro-sinistra e mira a far breccia in quella parte di elettorato che vuole tracciare una linea di discontinuità con la gestione Tomasello, che dura ormai da nove anni.
Di seguito il testo della sua lettera:
«Cari colleghi, cari amici tecnici e amministrativi, cari studenti,
come penso sia già a tutti noto, un gruppo di voi nei giorni scorsi, all’interno di un’assemblea, ha ritenuto di individuare in me chi potesse farsi carico di interpretare le esigenze di rinnovamento da più parti avvertite: sono grato di una designazione che mi onora ma che contemporaneamente, non posso nasconderlo, mi ha spinto ad un’attenta riflessione. Confortato poi dalle pressioni che in questi giorni mi sono pervenute da altri ambienti – innanzitutto, come è naturale, dai colleghi del mio dipartimento – sono arrivato alla conclusione che in un momento decisivo per il futuro dell’Ateneo non è possibile sottrarsi alle proprie responsabilità: sciolgo la riserva in senso positivo, e quando il decano indirà le elezioni presenterò la mia candidatura alla carica di Rettore, sottoponendo quindi alla vostra valutazione, insieme con il programma, anche l’esperienza, costantemente al servizio della nostra Università, in ruoli via via sempre più impegnativi.
I problemi che si presenteranno a noi nell’immediato futuro saranno di più difficile soluzione rispetto a quelli di qualsiasi altra realtà universitaria se non riusciremo ad operare in un clima di ‘normalità’. Bisognerà evitare l’accesa contrapposizione fra maggioranze più o meno vaste e minoranze più o meno articolate, senza traumi e col ricorso a confronti democratici, alla ricerca continua delle scelte più largamente condivise, sempre nel rispetto delle regole. Non si deve delegare solo ad alcuni la gestione dell’Ateneo, ma tutti dobbiamo sentirci investiti della responsabilità connessa al ruolo che ognuno di noi svolge all’interno della comunità accademica: un consapevole coinvolgimento nei processi decisionali dovrà necessariamente partire dalla più ampia circolazione di notizie relative alla gestione dell’Ateneo.
Sono convinto che questo sia il momento più idoneo perché, in uno slancio di orgoglio, ognuno di noi dia il proprio contributo. Nell’immediato futuro si dovranno attentamente studiare, e in alcuni casi anche prevedere per tempo, tutte le possibili conseguenze legate alla piena applicazione della riforma ‘Gelmini’; bisognerà individuare con quali armi affrontare una lotta che ha come fine la sopravvivenza o la morte di un bene, l’Università di Messina, che non è solo nostro ma di un contesto umano più grande, un bene che con piena responsabilità dobbiamo trasmettere integro alle nuove generazioni. Alla serie di criticità (decremento delle iscrizioni e inadeguatezza dei servizi offerti agli studenti, costante ridimensionamento del fondo di funzionamento ordinario, incertezza sul futuro dei ricercatori a tempo determinato, come pure dei futuri idonei nelle abilitazioni nazionali, drastica riduzione del contingente tecnico-amministrativo e mancata valorizzazione delle professionalità, ecc.) non si può rispondere con provvedimenti-tampone di breve durata ed efficacia, ma è necessario contrapporre un piano che, sulla strada del rilancio dell’identità del nostro Ateneo, produca una netta inversione di tendenza e abbia la forza necessaria per consolidarsi nel tempo: non vogliamo vivere in un contesto ‘precario’, non possiamo rimanere passivi davanti ai problemi e alle avversità, non dobbiamo subire ma reagire.
È chiaro quindi che per me il disegno di una nuova Università e la sua realizzazione nell’azione di governo non possono essere frutto di visioni o atti autocratici: l’azione di rinnovamento potrà essere tanto più incisiva ed efficace quanto più tale disegno saprà essere espressione del contributo positivo e costruttivo di tutti. L’Università di Messina è composta da persone serie, mature, consapevoli dei gravi problemi che finora ne hanno frenato lo sviluppo, mortificandone le potenzialità.
Condividendo l’istanza di rinnovamento e discontinuità che sollecita la mia disponibilità, mi dichiaro pronto ad aprire un percorso di condivisione sia del programma che del modo di gestione della futura Università: esprimo fin da ora la mia gratitudine a tutti coloro che, in incontri individuali o di gruppo, nell’ambito delle esigenze di trasparenza e partecipazione sopra indicate, vorranno offrire idee, spunti e proposte per la costruzione di una Università libera, democratica, moderna, trasparente e competitiva: una Università cui essere fieri di appartenere».
Con un cordiale saluto,
Giovanni Cupaiuolo