Faccia a faccia tra il Decano ed i candidati a rettore, elezioni a maggio o a giugno

I cinque candidati a rettore hanno incontrato il Decano dell’Università di Messina, Salvatore Berlingò. A lui tocca il compito di indire la data delle elezioni per la scelta del successore di Francesco Tomasello, in scadenza di mandato, che dura ininterrottamente dal 2004. E proprio la data delle consultazioni elettorali è stata al centro della riunione, definita interlocutoria, tra Berlingò ed i prof. Giuseppe Vita, Pietro Navarra, Giovanni Cupaiuolo Antonio Romano Tassone ed Adriana Ferlazzo. Dal faccia a faccia non è emersa una data certa per il rinnovo della poltrona rettorale, ma il Decano dell’Ateneo peloritano si è impegnato a sciogliere le riserve prima di Pasqua e, cioè, tra una decina di giorni. Calendario alla mano, considerato che dal momento dell’indizione delle elezioni devono trascorrere trenta giorni, all’orizzonte si profilano due periodi possibili: o la prima metà di maggio o la seconda metà di giugno, perché in mezzo ci saranno le elezioni amministrative e difficilmente si deciderà di fare accavallare le due importanti competizioni elettorali.

In attesa di avere una data ufficiale, va ricordato che, all’interno della comunità accademica , il tema delle elezioni ha già scatenato un acceso dibattito, dai toni spesso polemici, e sia una larga parte del Senato accademico (ben 19 senatori) sia un gruppo di studenti hanno chiesto di andare al voto il prima possibile, anche alla luce della recente sentenza di condanna in primo grado nei confronti dell’attuale Magnifico Tomasello per il concorso truccato alla Facoltà di Veterinaria . A chiedere elezioni “ravvicinate” erano stati anche tre dei cinque candidati a rettore, e precisamente Navarra, Cupaiuolo e Ferlazzo.

Come detto, la decisione finale spetta al Decano, che dovrà scegliere se accontentare le numerose richieste provenienti dal basso o esaudire il desiderio di Tomasello, più volte pubblicamente manifestato, di portare a termine il traghettamento dell’Università di Messina dal vecchio al nuovo corso, finendo per essere lui a dettare i tempi di questo passaggio e, di fatto, ad incidere sul periodo in cui indire le elezioni. Secondo il rettore in carica bisogna, infatti, prima procedere all’approvazione dei vari regolamenti previsti dal nuovo Statuto, per intenderci quello dell’era Gelmini, e solo dopo pensare ad aprire le urne. Secondo i detrattori di Tomasello, il disegno è chiaro: far slittare le consultazioni il più possibile e magari arrivare al 30 giugno o giù di lì, termine ultimo concesso dalla legge e dalla statuto. Con “buona pace” di chi non vede l’ora di afferrare quella poltrona che il rettore sembra non voler mollare. (Danila La Torre)