Bagarre al processo a Giuseppe Picciolo e Francesco Curcio, autori delle missive anonime contro l’ex assessore Antonino Catalioto ed il presidente di Messinambiente, Antonio Dalmazio. Dopo diverse udienze durante le quali hanno sfilato una ventina di testimoni, il processo è ad un passo dalla prescrizione. Poco prima della fase finale il giudice monocratico che se ne occupa, la dottoressa Militello, è stata destinata ad un altro collegio. Avrebbe quindi dovuto passare il testimone ad un altro collega, col rischio concreto che tutto il processo potesse ripartire da zero, se gli avvocati non avessero prestato il consenso alla rinnovazione degli atti. Difficile, a quel punto, evitare la prescrizione.
Per scongiurare un nuovo stop le due parti civili hanno chiesto al Presidente del Tribunale che a concludere il processo fosse comunque il giudice Militello. La quale oggi si è presentata in aula ed ha rinviato l'udienza all'inizio di dicembre.
La reazione dell'avvocato Bonni Candido, difensore di uno degli imputati, è stata durissima. Tanto dura che, alla fine, la Militello ha disposto la trasmissione del verbale al Presidente, per valutare nel merito e nella forma le "doglianze" dell'avvocato Candido.
Giuseppe Picciolo, oggi deputato regionale dei Democratici riformisti, e Francesco Curcio, ex consigliere comunale del Pd, sono accusati a vario titolo di simulazione di reato e calunnia aggravata. All'epoca i due militavano insieme nel Pd ed avrebbero siglato due missive, inviate al Sindaco, alla Procura ma anche ad altri uffici, accusando Catalioto e Dalmazio di mala gestio in alcune vicende, adombrando la commissione di reati. Le lettere, inviate tra l’agosto 2006 e il giugno 2007, erano attribuite a terzi. In realtà, verificarono gli inquirenti, erano state vergate dal l’esponente politico. A Curcio viene invece contestato di aver sostanzialmente sviato le indagini in merito ad una delle due lettere. Le due parti civili, Dalmazio e Catalioto, si sono costituiti soltanto contro Picciolo.