MESSINA – Con la ripresa dell’anno accademico, gli universitari devono trovare un alloggio in città. Una ricerca che spesso diventa un’impresa quasi impossibile, a causa dei costi elevati e della scarsa offerta di posti alloggio pubblici presenti a Messina. A dimostrarlo sono i dati preliminari di un’indagine condotta da Cgil-Udu-Sunia che vengono anticipati oggi e fotografano le difficoltà degli studenti fuorisede. “Dalle prime risposte emerge una situazione critica. Anzitutto – spiegano le organizzazioni sindacali – il 63% delle risposte ricevute sinora, dicono che hanno avuto un’elevata difficoltà nel trovare un alloggio o una stanza. I problemi più ricorrenti sono la carenza di camere adeguate, le condizioni poco dignitose degli appartamenti e gli affitti in nero. Ma pesano anche le discriminazioni razziali. E anche quando l’alloggio si trova, non sempre soddisfa le esigenze degli studenti. Solo il 24% si dichiara soddisfatto, mentre il 26% è insoddisfatto ed infatti il 30% vuole cambiare alloggio”.
Il risultato è evidente: studiare diventa sempre più difficile. Complice la carenza di alloggi pubblici, dal momento che in città ci sono soltanto 298 posti letto per il Diritto allo Studio a fronte di migliaia di aventi diritto. Nonostante sia una buona notizia l’imminente arrivo di nuovi posti alloggio, con il caro studio in corso si tratta di una goccia nell’oceano. Rivolgeremo massima attenzione, vigilando su tempi e modalità in particolare sull’Hotel Liberty che avrà 102 posti per studenti, ottenuti grazie ai fondi del PNRR, sull’Hotel Riviera, acquistato dall’Università degli studi di Messina che dovrebbe garantire altri 100 posti alloggio e infine sulla residenza annunciata dallo stesso Rettore presso il policlinico universitario che offrirebbe ulteriori 200 nuovi posti letto. Non dimentichiamo i 220 posti della Casa dello studente di via Cesare Battisti chiusa da troppo tempo, sembrava essersi aperto uno spiraglio ma serve un serio e tempestivo impegno della Regione siciliana affinché possa riaprire al più presto.
“Il 40% dei fuorisede segnala di essere in seria difficoltà economica per coprire tutti i costi collegati all’alloggio. Oltre all’affitto, infatti, bisogna pagare le spese condominiali e le bollette che possono arrivare a pesare 100 euro al mese o più. Quasi il 30% degli studenti, poi, è pronta ad accettare un affitto in nero; una condizione che sembra riguardare quasi il 10% degli studenti che hanno risposto al questionario” denuncia l’Udu Messina, per voce del suo coordinatore Damiano Di Giovanni. Per affiancare gli universitari, il sindacato studentesco insieme alla Cgil e al Sunia offre un servizio di supporto e assistenza legale, attivo presso la Camera del lavoro.
Prosegue intanto l’indagine sulla condizione abitativa: sarà possibile rispondere al questionario per tutto il mese di settembre, tramite i siti web e i canali social dei sindacati Cgil, Udu e Sunia. La presentazione dei risultati definitivi avverrà invece ad ottobre. Pietro Patti e Claudio Vallone, segretari della Cgil e del Sunia Messina, denunciano come il Governo stia ignorando le richieste relative all’emergenza abitativa: “Il problema ovviamente non riguarda solo gli studenti, ma anche i lavoratori e le famiglie. Denunciamo la mancanza di investimenti nell’edilizia pubblica, mentre i canoni di locazione privata sono in aumento. Chiediamo di rivedere le agevolazioni fiscali per spingere il mercato verso il canone concordato, rifinanziando il fondo per la morosità incolpevole e per gli aiuti ai fuorisede, dimenticati dall’attuale Governo. Vi è poi la partita del Pnrr, sul quale il Governo ha combinato un disastro, dichiarando all’Europa dei posti letto che però esistevano da anni. Così non si tutela né il diritto allo studio, né il diritto alla casa”. “Tutti, al di là della condizione economica di partenza, devono avere accesso all’istruzione pubblica garantita dallo Stato”.
L’Udu, col supporto della Cgil e del Sunia, è pronta alla mobilitazione. “A fronte dell’indifferenza del Governo nazionale e regionale non staremo zitti. Siamo pronti a tornare in piazza anche a Messina, già a partire da settembre, manifestando il nostro dissenso e avanzando una serie di proposte per affrontare il caro studio e l’emergenza abitativa, unita alla situazione della grave carenza di posti letto pubblici a garanzia del diritto allo studio” conclude Damiano Di Giovanni. Si annuncia un autunno caldo, in vista di una legge di bilancio che dovrà dare una risposta al problema del caro studi e dell’emergenza abitativa.