Politica

“Costretti all’astensionismo, gli studenti fuori sede tagliati fuori”: parte l’appello da Messina

MESSINA – “Il 25 settembre per molti ragazzi non sarà possibile votare. Votare è un diritto e a queste condizioni viene negato”. L’Udu di Messina, l’Unione degli universitari (nella foto i rappresentanti), lancia l’allarme sulle elezioni: “Siamo costretti all’astensionismo, gli studenti fuori sede sono tagliati fuori”. Il coordinatore Damiano Di Giovanni lo spiega chiaramente: “I prezzi dei trasporti non sono accessibili”.

I dati nazionali sugli studenti fuori sede e l’appello inascoltato alla politica

Mette in risalto Di Giovanni: “Gli studenti fuori sede in Italia sono più di 750mila e, secondo le stime dell’Unione degli Universitari, la maggior parte di loro non andrà a votare alle prossime elezioni politiche. L’unica data disponibile, il 25 settembre, cade in piena sessione d’esame. Anche questa volta, 4,9 milioni di persone fuori dal proprio Comune di residenza incontreranno oggettive difficoltà per esercitare il proprio diritto al voto. Ma la ragione è anche economica: con l’aumento dei prezzi per i mezzi di trasporti, votare, per gli studenti, è diventato un lusso. Un treno di andata e ritorno da Milano costa sui 150 euro.
Un volo con la compagnia nazionale non costa meno di 200 euro. La politica doveva farsi carico di questo problema che inciderà sull’affluenza elettorale, c’è un’intera generazione tagliata fuori dall’astensionismo involontario”.

E ancora: “Per uno studente universitario, tornare nel luogo di residenza solo per votare è insostenibile sia con mezzi privati, che spesso gli studenti non hanno, che con treni e aerei. Va trovata una soluzione strutturale”. Per Di Giovanni, “il dramma è che queste sono le prime elezioni in cui voterà un’intera generazione che sente molto da vicino alcune battaglie civili e l’impegno politico”.

Gli studenti dell’Udu

“Non tagliate fuori la generazione dei Fridays for Future

La generazione dei Fridays for Future, del post-Covid, la generazione del Black lives matter. Aggiunge il rappresentante di Udu: “Una generazione che ha esercitato il suo impegno civico in tutte le sue potenzialità e che, per assurdo, non potrà votare. Ad aggravare il quadro, il costo della vita universitaria che è salito ancora di più con l’inflazione e l’aumento degli affitti nelle grandi e piccole città universitarie”.

“Perché non pensare a modalità di voto a distanza?”

Per l’Unione degli universitari, una soluzione, per le prossime elezioni, potrebbe essere quella di “utilizzare le stesse modalità di voto per chi è residente all’estero, che può barrare la sua preferenza per corrispondenza. Sono diversi i partiti che sostengono di essere votati nelle fasce più giovani, ma è un dato falsato perchè non a tutti è data la possibilità di votare. Nella legislatura uscente erano stati presentati almeno cinque disegni di legge che volevano introdurre modalità di voto a distanza per gli studenti fuori sede alle elezioni politiche e a quelle europee. L’esame di queste proposte si è fermato nel maggio 2022. Adesso usano il tema per fare campagna elettorale, quando avrebbero potuto approvare prima una legge sul voto fuori sede”, conclude Di Giovanni.