Mentre il governo Conte prepara un nuovo Dpcm e le Regioni procedono in ordine sparso, scoppia la polemica tra il presidente dell’Ars Miccichè e il governatore della Lombardia Attilio Fontana.
Pomo della discordia sono le dichiarazioni di Fontana, che, a proposito di lockdown “a zone”, quindi con la possibile chiusura di Milano e della Lombardia alla luce dei dati epidemiologici si è detto contrario. Ed ha detto, immemore di quanto accaduto a marzo: “Se i tecnici ci dicono che l’unica alternativa è il lockdown, facciamolo a livello nazionale- ha detto Fontana– E’ necessario che i provvedimenti vengano presi a livello nazionale. Se fermiamo Milano, si ferma la Lombardia e il virus oggi è diffuso su tutto il territorio nazionale, non è come a marzo”.
In sostanza Fontana chiede che, se si chiude la Lombardia in base ai dati dei contagi deve chiudersi tutta l’Italia, indipendentemente dalla situazione dei contagi. Esattamente come avvenuto a marzo, con le polemiche che poi sono scaturite in estate quando sono stati desecretati i verbali del Cts. A replicare a Fontana è il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, che in realtà sta lavorando ad una forza di centro e moderata, che coglie l’occasione per dare una staffilata alla Lega.
“Sono sicuro che le dichiarazioni del presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, non rappresentino la volontà di tutta la Lega, che altrimenti dovrebbe ricominciare a chiamarsi Lega Nord- ha detto Miccichè-Qui in Sicilia abbiamo pagato a marzo un prezzo pazzesco per un errore del Governo sulla generalizzazione della chiusura. Non siamo intenzionati a pagarlo nuovamente”.
Insomma Miccichè, secondo il vecchio detto, “chi ha orecchie ad intendere, intenda”. Il messaggio ai naviganti è per la Lega e per Salvini. Nel frattempo Forza Italia in Sicilia “acquista” nuovi deputati centristi che hanno lasciato l’Udc.