All’indomani di una giornata convulsa e caotica, Messina oggi si è svegliata ancora in preda alla confusione. Quanto è accaduto ieri in poche ore, con il sindaco De Luca che ha ritirato la sua ordinanza che sarebbe entrata in vigore da venerdì 15, non cambia lo stato delle cose. Messina è in zona rossa. L’emergenza Covid c’era, c’è e va affrontata. Per questo il presidente della Regione Nello Musumeci ha decretato la zona rossa per Messina. Le restrizioni legate a questo status sono entrate in vigore lunedì mattina.
L’ordinanza di De Luca, farcita di errori e imprecisioni da lui stesso ammesse, sarebbe entrata in vigore venerdì 15 gennaio inasprendo ulteriormente le chiusure. Il ritiro della sua ordinanza ieri sera non cambia le cose oggi. Le stesse misure in vigore ieri sono valide anche oggi e saranno in vigore fino al 31 gennaio. Con la differenza che non chiuderanno servizi essenziali. Oltre le urla, gli attacchi, le prese di posizione e le dichiarazioni di De Luca che sembra aver voluto fare un dispetto a chi lo ha contestato per un’ordinanza confusionaria, è questo il succo della questione. Messina era e resta zona rossa. Fino al prossimo 31 gennaio.
Inevitabili le reazioni suscitate da quanto accaduto ieri. Mentre il sindaco annunciava il ritiro della sua ordinanza, chiesta a più voci, a Palazzo Zanca si riuniva il consiglio comunale. Una seduta straordinaria che era stata convocata alle 18.30 proprio perché l’aula voleva confrontarsi con il sindaco su quel provvedimento che in questi tre giorni aveva destato più caos che altro. De Luca ha preferito non rinunciare all’appuntamento con la diretta Facebook invece che andare in aula a dialogare con il consiglio, che istituzionalmente resta l’organo che rappresenta i cittadini. E chi pensa che sarebbe stato giusto che il consiglio convocasse la seduta ad un orario diverso, perché a quell’ora il sindaco ha la diretta social, dovrebbe uscire dal mondo virtuale e tornare in quello reale perché le istituzioni hanno un valore che merita di essere rispettato. A tutti i livelli.
Dal consiglio comunale, a chiedere anche l’intervento del Prefetto, era stato il gruppo del Movimento 5Stelle. Che oggi commenta così: «Da oggi regole più chiare nella nostra città. La comunicazione della revoca, che non deve essere inteso come un liberi tutti, è avvenuta attraverso la consueta diretta show da parte del sindaco che scrive l’ennesima pagina nera nella storia della democrazia cittadina, preferendo i social e i media al luogo preposto istituzionalmente per il confronto democratico, il consiglio comunale.
I consiglieri, riuniti e compatti, chiedevano un confronto chiaro con questa amministrazione sulle stringenti misure messe in campo con l’ordinanza, alla luce di una già dichiarata zona rossa per il comune di Messina. In un periodo dove il senso di responsabilità dovrebbe unire gli intenti di ogni singolo gruppo politico non possiamo che stigmatizzare la mancanza di buon senso di questa amministrazione e in particolar modo del Sindaco che con i suoi comportamenti genera caos e insicurezza».
Andrea Argento, Cristina Cannistrà, Giuseppe Fusco, Paolo Mangano e Giuseppe Schepis si dichiarano iamo fortemente preoccupati per i giorni a venire perché lo scontro politico messo in campo da questo sindaco, che non ammette i suoi errori e si trincea dietro teatrini dannosi per la comunità, in un periodo così delicato rischia di trasformarsi in una tragedia di carattere economico e sociale, senza centrare l’obiettivo prioritario, cioè la tutela della salute pubblica.
Tante le reazioni che arrivano dal mondo politico messinese. Il Segretario Provinciale di Articolo Uno, Domenico Siracusano: «Invece che responsabilità e coesione il Sindaco sceglie la strada della caciara e della sceneggiata. È inaccettabile che, di fronte alla condizione precaria di tante e tanti, non si voglia affrontare con la situazione con un atteggiamento costruttivo e con spirito di condivisione. Messina merita molto di più».
Per Cambiamo Messina dal Basso, quanto sta accadendo in queste ore nel nostro comune fa pensare che Messina non faccia più parte della Repubblica Italiana e si stia trasformando in una Signoria indipendente in cui “l’omino forte dello Stretto pretende di dettare legge contro tutto e contro tutti”. «Le spiegazioni del Sindaco via facebook e l’annuncio del ritiro dell’ordinanza sindacale durante l’ultima diretta fb, hanno ulteriormente aggravato la confusione e confermato che la genesi di tale ordinanza è il clima di continuo contrasto che il sindaco ha alimentato in questi mesi con la Regione, l’Asp, il consiglio comunale e contro chiunque manifesti dissenso.
L’annuncio da parte del sindaco del ritiro dell’ordinanza sindacale in diretta fb con dichiarazioni rancorose ed ostili nei confronti di tutte e tutti, con addirittura il rifiuto per ripicca di assumere il servizio di raccolta rifiuti covid in sostituzione all’Asp, conferma lo stato confusionale in cui si trova l’Amministrazione comunale che aggrava la già difficile situazione sanitaria cittadina determinata, è bene ricordarlo, da un’assurda gestione della pandemia da parte degli organi sanitari e politici competenti, locali e regionali». Il movimento chiede un del Prefetto e del Governo nazionale affinché ci si adoperi per ripristinare l’ordinamento giuridico della Repubblica Italiana nella nostra città e si tuteli la salute dei cittadini.