Cronaca

Covid Messina. A quando le risposte della magistratura sui reati connessi all’emergenza?

Adesso che la morsa del Coronavirus sembra essersi allentata, aspetto, credo non solo io, risposte adeguate da quella Magistratura in cui ho sempre creduto e che ho frequentato per anni per confezionare pezzi giornalistici di giudiziaria.

Ci sono stati reati connessi?

Attendo notizie sui reati connessi all’emergenza, dal Palazzaccio, innanzitutto da cittadino di Messina, visto che ormai non mi occupo più di quel settore della cronaca da quando sono in pensione. Anche se mi sarebbe piaciuto, per la verità, potere affrontare direttamente i risvolti legali del post-Covid 19 da redattore, cioè scrivendo e riportando le decisioni che saranno adottate dalla Procura su determinate inosservanze delle regole di comportamento pagate purtroppo con la vita da molti nostri concittadini. A farlo saranno validissimi colleghi. Non frequento più i Palazzi che contano, pertanto non posso che “stare alla finestra” e commentare le tante “verità” che dovranno giocoforza emergere…

Breve promemoria per ricordare

Per controbattere il pessimismo di tanti messinesi che, a tal proposito, oggi temono “muri di gomma” o tempi troppo lunghi negli iter procedurali per fare luce sulle molteplici “anomalie” registrate nella nostra Città durante gli ultimi mesi contrassegnati dal Coronavirus, e per evitare che qualcosa possa cadere nel dimenticatoio, mi piace rapidamente “ricordare” quelli che sono stati i passaggi salienti, i nodi cruciali della diffusione del contagio. Un breve promemoria (anche se credo che non sia necessario per gli addetti ai lavori) solo per me e per noi cittadini, comuni mortali, insomma, feriti non solo nel nostro animo da una pagina di storia negativa che avrebbe potuto non dico essere evitata, ma contenuta in termini numerici di certo inferiori se qualcuno non avesse assunto comportamenti più che scorretti nei confronti della stessa comunità in cui vive.

Sciatori che non si sono denunciati

Il primo riferimento, ovviamente, non può che andare ai cosiddetti “sciatori” o meglio, quelli di loro, che non hanno ritenuto opportuno, né il buonsenso, di autodenunciarsi al ritorno dalla loro vacanza a Madonna di Campiglio e in Val d’Aosta, così come previsto dall’ordinanza del Presidente della Regione, Nello Musumeci. Gli elenchi nominativi sono già stati consegnati dal sindaco Cateno De Luca nelle mani del Procuratore capo Maurizio De Lucia che ha subito aperto un’indagine conoscitiva sulla vicenda.

Le carenze nella sanità

Il secondo quesito per il quale si chiedono lumi sotto l’aspetto giudiziario riguarda la risposta fornita dal sistema sanitario locale, Asp in testa, fin dai primi momenti della diffusione della pandemia: oltre alle croniche e colpevoli carenze ricettive nelle strutture ospedaliere dovute agli sconsiderati “tagli” apportati da una politica miope, si sono registrate nche carenze organizzative interne agli stessi uffici? Il sindaco Cateno De Luca, infatti, nell’immediatezza dell’esplosione della pandemia, ha parlato addirittura di circa mille e-mail non aperte nei personal computer dell’Azienda Sanitaria Provinciale e quindi non valutate da chi era delegato a questo compito: se ciò dovesse corrispondere a realtà (sarà la Magistratura a verificarlo), non potranno non essere ritenuti responsabili e quindi non pagare, per gli eventuali danni causati, funzionari e dipendenti a ciò preposti.

Cosa è successo a Come d’Incanto?

Per rimanere in città, ovviamente, bisognerebbe chiarire, solo per citare le situazioni più eclatanti, cosa è successo all’interno della Casa di riposo “Come d’Incanto” di via Primo Settembre (in cui la trasmissione del virus ha provocato 26 vittime tra le persone anziane assistite), all’Irccs-Centro Neurolesi “Bonino-Pulejo” sui Colli San Rizzo e alla Casa di Cura “Cristo Re” di viale Principe Umberto. Quali sono state le fonti che hanno innescato il contagio? Quando questo è avvenuto? Chi sono i responsabili? Sono state rispettate tutte le procedure a tutela di ricoverati, pazienti e personale sanitario per evitare ulteriori contaminazioni?

La tempesta perfetta

Notizie importanti su questi e altri “casi” potrebbero pervenire agli organi inquirenti anche dalle ricostruzioni effettuate dal Coordinamento dell’Unità di crisi per l’emergenza sanitaria per l’Area Metropolitana di Messina, oltre che dal Centro Operativo Comunale. Il mio è solo un breve appunto, una riflessione da cittadino, che mira a tenere i riflettori accesi. Per non dimenticare i giorni della “tempesta perfetta”. Un’ultima domanda: se gli “sciatori-untori” si fossero autodenunciati e posti in quarantena, quanti anziani sarebbero ancora in vita?

Cesare Giorgianni