Da sempre diciamo che Messina è città turistica, che i nostri veri tesori sono le bellezze artistiche, storiche, paesaggistiche, culturali della città, dal Duomo al Monte di Pietà, dal Museo alla Cittadella. Migliaia di turisti approdano in riva allo Stretto con le navi da crociera e non c’è amministrazione o forza politica che non inserisca il turismo tra le priorità.
Ebbene, nonostante ciò Messina non è inclusa tra i capoluoghi di provincia o Città Metropolitane, che, a causa del crollo di visitatori, ha il diritto ad un bonus destinato alle imprese penalizzate dalla crisi turismo causa covid. A rilevare la grave lacuna (o “smemoratezza”) è Il movimento “Vento dello Stretto” che chiede al Governo Conte di rivedere i criteri che hanno portato Messina a non essere inclusa tra i centri storici considerati colpiti dal calo dei turisti stranieri ai sensi del Dl n. 104/2020. L’esclusione rende impossibile per gli esercenti messinesi essere ammessi al contributo a fondo perduto da erogarsi direttamente sul conto corrente del beneficiario.
Il bonus, istituito per sostenere le imprese dei grandi centri urbani turistici capoluogo di provincia o di città metropolitane colpite dal calo dei visitatori può essere richiesto direttamente dall’esercente tramite il servizio web dell’Agenzia delle Entrate. L’ importo che può essere ricevuto è calcolato applicando una percentuale alla differenza tra l’ammontare del fatturato e quello dei corrispettivi del mese di giugno 2020 e quello di giugno 2019. Il provvedimento è stato firmato il 12 novembre dal direttore dell’Agenzia delle Entrate e le richieste possono essere presentate a partire dal 18 novembre fino al 14 gennaio 2021.
“Chiediamo a gran voce che i nostri imprenditori siano inclusi tra i beneficiari del contributo e che il Governo nazionale, a stretto giro, amplii in nostro favore l’elenco” commenta Piero Adamo, presidente di Vento dello Stretto. Le città inserite sono 29, eppure Messina, nonostante i numeri, nonostante una realtà in continua crescita, non risulta inserita.
“E’ paradossale che la tredicesima città d’Italia, con un porto turistico primo in Italia per traffico di passeggeri (quasi 430.000 i croceristi secondo i dati del 2019), non venga inclusa tra le meritevoli del contributo a fondo perduto a favore dei propri esercenti che hanno subito un drastico calo di visitatori e di turisti- commenta il vicepresidente Dario Carbone-I nostri imprenditori non devono essere considerati di serie B”.