L’asticella dello scontro si alza e nel mirino del sindaco finiscono sul fronte politico deputati regionali e consiglieri e sul fronte Asp la commissaria per l’emergenza Covid.
Nel mezzo c’è la madre di tutte le polemiche, ovvero la richiesta di rimozione del dg Asp Messina Paolo La Paglia, nei confronti del quale è in atto un procedimento ispettivo avviato il 18 dicembre dall’assessore Razza. In questa querelle sull’oggettiva e palese incapacità dell’azienda sanitaria di affrontare in modo adeguato l’emergenza, si sono intrecciate le vicende delle dimissioni del sindaco (che diventeranno ufficiali il 5 febbraio) e l’ordinanza di Messina zona ultrarossa. Un quadro che ogni giorno si fa più complesso.
Sul fronte politico tiene banco il conto alla rovescia per le dimissioni del sindaco De Luca. Per fermare l’orologio 4 consiglieri hanno chiesto che l’Aula dibatta la tematica, comprensiva anche delle criticità dell’Asp. E ieri De Luca, proprio in seguito alle note di Nello Pergolizzi e dei consiglieri del Gruppo mistro Serena Giannetto, Ciccio Cipolla e Salvatore Serra ha chiaramente detto che si andà alla conta. “Sarà importante verificare se su 32 consiglieri comunali almeno 17 voteranno per la richiesta di farmi ritirare le dimissioni e nel contempo stare al mio fianco per liberare Messina da questa cappa di malasanità”
La conta in Aula si è già fatta diverse volte, l’ultima delle quali nel gennaio 2020 con il Cambio di passo. Anche quest’anno, così come nel 2020, è stato lo stesso De Luca a innescare la miccia, annunciando le sue dimissioni e vincolandole a due condizioni, la prima delle quali è la rimozione del manager La Paglia. Con l’avvicinarsi del 5 febbraio la tensione sale anche in Consiglio comunale dove è evidente che le dimissioni del sindaco comporterebbero la chiusura del mandato per tutti e quindi un ritorno al voto. De Luca questo lo sa e ha rimbalzato la palla al consiglio. Il problema dei numeri non è però irrilevante. La telenovela delle dimissioni continua e ricorda il braccio di ferro tra il sindaco Accorinti e il consiglio comunale su un’altra telenovela, quella della sfiducia (finita come da copione).
Il sindaco quindi alza il tiro e nel calderone finiscono anche i deputati regionali accusati di non aver sposato la sua battaglia contro La Paglia. Sicuramente la questione politica terrà banco nei prossimi giorni, di pari passo con la questione ordinanze e il caso La Paglia.
Nel frattempo non sono mancate le scintille tra il sindaco e la commissaria emergerenza covid Marzia Furnari. Tema del contendere le convocazioni del tavolo tecnico a Palazzo Zanca del 22 e 23 gennaio. All’ordine del giorno De Luca aveva indicato sia il capitolo della gestione dei rifiuti dei positivi in quarantena (pomo della discordia nelle scorse settimane), che la creazione di una banca dati per la gestione dei contagi ed il tracciamento sia generale che in ambito scolastico, nonchè l’istituzione delle Usca e la realizzazione di una struttura di coordinamento tra le Usca. Infine l’ istituzionalizzazione della comunicazione relativa alla trasmissione dei dati dei posti letto disponibili per degenza ordinaria e terapia intensiva.
La commissaria Furnari ha declinato l’invito al tavolo tecnico di ieri ricordando che le attività indicate all’ordine del giorno riguardano competenze di organizzazione sanitaria istituzionalmente in capo all’assessorato Regionale della Salute anche per il tramite del Commissario ad acta.
“Pur apprezzando a disponibilità di codesta Amministrazione comunale, come si è fattivamente dimostrato con la frequentissima celebrazione di tavoli congiunti, le attività di cui si chiede di discutere nella riunione risultano già avviate e/o poste in essere, attraverso l’Ufficio commissariale di competenza e in sinergia con l’ASP di Messina e le Aziende del S.S.R. della provincial”. La commissaria quindi ha evidenziato come quell’ordine del giorno esulava dalle competenze dell’ente locale e lasciava intravedere la volontà dell’amministrazione di voler intervenire in attività già disciplinate dalla normative emergenziale e dai protocolli ministeriali e regionali.
Il sindaco non l’ha presa bene ed ha confermato il tavolo tecnico di oggi pomeriggio alle 17, evidenziando come invece le tematiche siano di fondamentale importanza alla luce della conferma o meno della sua ordinanza che resta in vigore fino al 29 gennaio. De Luca ha espresso rammarico per la decisione della commissaria che “così facendo non si è sottratta al confronto con il Sindaco ma si è negata al confronto con l’intera città di Messina, con la sua comunità che è duramente provata da mesi di sofferenze. Il suo Ufficio commissariale, nonostante gli impegni assunti ai tavoli di gennaio, non trasmette più dal 15 gennaio i dati relativi al numero dei tamponi eseguiti, al numero totale dei soggetti positivi e di conseguenza non comunica più il rapporto tra tamponi e contagiati, impedendo dunque di conoscere il tasso di incidenza attuale del contagio. Non intendo in alcun modo sottostare alla legge del silenzio che l’Azienda Sanitaria Provinciale ha inteso applicare fino ad ora e che, a questo punto, sembra volere applicare anche la commissaria”.
I dati richiesti sottolinea il sindaco sono importanti per decidere se prorogare o rimodulare la zona ultrarossa e le misure più restrittive rispetto alla zona rossa regionale e nazionale che De Luca ha disposto. La notte a quanto pare ha portato ad una tregua dal momento che nel pomeriggio al tavolo tecnico ci sarà l’ufficio commissariale e la stessa commissaria.