Non ci sto! Da mamma di una bimba di 5 anni, da figlia, da cittadina, professionista e membro di questa comunità, non ci sto! Da persona che ogni giorno, al netto di retropensieri, considerazioni e opinioni personali sull’adeguatezza o meno di regole varie e misure adottate per il contrasto al Covid, osserva le norme di condotta sociale prescritte, non ci sto!
Non mi presto al gioco del terrorismo, e neppure a quello del negazionismo. Ma vivo in una comunità che è permeata di storie diverse, fragilità varie e complicate, gestioni di emergenze e criticità specifiche, e le regole esistono proprio affinché il caleidoscopio sociale possa essere massimamente tutelato nelle sue svariate componenti. Molte delle quali attendono in un angolo risposte che dovrebbero arrivare immediatamente, come nel caso dei talassemici di cui la stampa ha raccontato proprio in questi giorni.
E non ci sto a sentirmi una stupida a costringere me, mia figlia e i miei cari (e vedere la famiglia e i miei colleghi fare altrettanto) ad indossare dispositivi di sicurezza in ambienti chiusi e all’aperto; stravolgere routine e prestare attenzione ad ogni singolo concittadino incrociato mantenendomi sufficientemente distante nell’interesse suo e mio, mentre tutto attorno una parte di mondo continua a comportarsi in maniera totalmente strafottente.
Non ci sto a che si chieda a tanti (imprenditori e liberi professionisti ad esempio) di fare sforzi sovrumani e prevedere perdite economiche drammatiche per scongiurare l’aumento dei contagi, mentre il laissez faire regna sovrano in strada, nelle piazze, persino all’interno di qualche ufficio ed esercizio commerciale.
Si badi, non dico né direi mai che la maggioranza dei messinesi è irresponsabile (termine che, di questi tempi, ritengo sia il peggiore degli insulti possibili giacché bolla un individuo come non attento agli altri) ma quella minoranza, per quanto sparuta, rischia di vanificare gli sforzi di molti. E i miei non valgono meno di quelli altrui. Se anziani, asmatici, bambini possono indossare la mascherina senza discutere, possiamo farlo tutti! Dobbiamo farlo tutti.
È inaccettabile che adulti consapevoli non alternino il passo sui marciapiedi, non si allontanino da altri passanti, non attendano il turno fuori dai negozi, non coprano naso e bocca. Si chiama rispetto dell’altro. E se solo stamattina ho personalmente discusso con 4 persone in strada, contato 18 individui che tenevano i propri dispositivi sotto il mento, al polso o chissà dove, in un tragitto di quattro traverse e una piazza (nella quale oltretutto vi era un assembramento di ragazzi di poco distante da un posto di blocco), non posso non indignarmi e pensare che qualcosa non vada…in noi!
Dovrebbe essere il buonsenso a farci agire, ma laddove così non sia, ricordo a me stessa e a tutti che il Governo nazionale, con l’emanazione del DL 125/2020, ha reso obbligatorio l’uso dei dpi anche nei luoghi all’aperto.
Invito tutti, trattandosi di piccole misure di buonsenso, di compartecipare al rispetto della comunità nella sua interezza. E, da cittadina, nella misura in cui si parla di obblighi previsti dalla legge, chiedo alle massime autorità sul territorio in capo alle quali ricade la tutela della sicurezza dei messinesi, di prevedere che le Forze dell’Ordine – tutte, perché la sola Polizia Municipale non può ovviamente bastare – monitorino costantemente e alacremente il territorio perché la principale ragione di mancanza di sicurezza percepita, oggi, è di tipo sanitario.
Esiste una pandemia che ancora non sembra volersi allontanare dalle nostre esistenze? Bene, dato che io rispetto tutti, gradirei che si garantisse una reciprocità ad oggi inesistente e che invece dovrebbe essere propria di una società che si voglia definire civile!
𝐄𝐥𝐞𝐨𝐧𝐨𝐫𝐚 𝐔𝐫𝐳𝐢̀ 𝐌𝐨𝐧𝐝𝐨
messinese!