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Covid Messina: noi psicologhe tra bandi miraggio e guerra tra poveri

Vorrei sottoporre alla Vostra attenzione una riflessione tra colleghe psicologhe e psicoterapeute, stanche di non trovare lavoro, stanche di arrancare dopo anni e anni di studi e sacrifici. (Dott.ssa Maria Teresa Vecchio, Dott.ssa Alessandra D’Agostino, Dott.ssa Moira Casella)

Elefanti sulla ragnatela

Riflessione tra colleghe: In un momento in cui tutti ci sentiamo elefanti sul filo di una ragnatela, in un periodo così “affollato” di pensieri ci vediamo costretti a cercare più di prima il lavoro, tante volte elemosinandolo come briciole di pane. Dal “non siamo tutti un po’ psicologi” al volontariato, alle lotte infinite sulla professione, ciò che viene da dedurre è: la psicologia è un diritto di tutti ma lo psicologo non può essere per tutti.

Bandi o miraggi?

Vediamo ad oggi bandi che sembrano miraggi, in molti si illudono che questi possano essere una possibilità di inserimento in un’istituzione, da qui allegria a vendere ma poi, leggendo i requisiti specifici o no, emergono tante incongruenze, forse troppe. Tanti errori fatti da chi? Dai professionisti stessi.

Troppe incongruenze

Per partecipare ai bandi dobbiamo essere specializzati, non in Psicoterapia e basta, quella sarebbe una carta quasi facile da giocare, ma in psicoScolastica, in psicoOncologia, in psicoDiabetologia, in psicoEndocrinologia, in PsicoEducazione (perché in alcuni bandi vogliono l’educatore con laurea in psicologia), in psicoManagement e beh lo psicoPower…delle tre vite non ce lo mette nessuno?!

Paghiamo solo tasse

Perché per avere tanti titoli bisognerebbe avere 3 vite: una per prendere i titoli, una per provare a spenderli e una forse per avere dei riconoscimenti. Purtroppo tutto questo non è reale, ma sono reali gli unici riconoscimenti che abbiamo: facciamo parte delle professioni sanitarie… WOW e quindi?? E quindi niente paghi solo tasse. Quanto guadagni 2600 euro lordi in un anno?!Non preoccuparti la metà la versi a tutti gli enti che ti danno le garanzie.

Lavorare gratis….

Io proporrei di aprire la porta della nostra mente e non solo quella dei pazienti. Sta diventando una guerra fra poveri dove se non hai l’esperienza non puoi lavorare, ma se non lavori come la fai l’esperienza? Una guerra dove l’alternativa é lavorare gratuitamente e svalutare noi per primi la professione. Difendiamoci che il passo… il primo… viene da noi stessi. (sappiamo bene che lo psicologo non riesce ad agire agevolmente su stesso ma anche quella è una diceria come tutto il resto).
Dott.ssa Maria Teresa Vecchio, Dott.ssa Alessandra D’Agostino, Dott.ssa Moira Casella