Quella di ieri potrebbe essere stata la penultima assemblea dei soci del Cus Messina. L’ultima verrà convocata a breve e servirà a sancire lo scioglimento dell’associazione e la nomina di un liquidatore con l’attribuzione a questi di tutti i poteri di legge.
Ieri, i commissari Sergio Cama e Sergio Melai, il cui incarico è giunto al termine, hanno relazionato sull’attività degli ultimi tre anni. I commissari sono partiti dal presupposto che sono stati incaricati di garantire la continuità aziendale ed il rilancio delle attività sportive del CUS Messina, spiegando anche i punti fondamentali su cui poggiava il Piano Finanziario presentato all’Università ed al CUSI nell’agosto 2010.
Eccoli: “Il Piano finanziario è stato redatto dopo un profondo lavoro di accertamento e di analisi sul bilancio 2009, bilancio che riportava un disavanzo di circa 3 milioni e 600mila euro. Nell’anno successivo il disavanzo è stato ulteriormente appesantito di circa 470mila euro relativi a richieste e cartelle esattoriali arrivate nei successivi 2 anni ma riferite in prevalenza a mancati versamenti erariali e previdenziali degli anni precedenti al 2009”.
“Il forte disavanzo – hanno chiarito i commissari in risposta al candidato a presidente Nino Micali – non è in alcun modo addossabile all’Università. Sarebbe insensato dare la responsabilità del disavanzo emerso all’ateneo, né tanto meno era oggetto dell’incarico dei commissari risalire alle responsabilità di chi e di come sia stato generato quel passivo. Ora non si può non constatare la situazione di stallo nell’attuazione di alcuni passaggi previsti nel Piano Finanziario da parte dell’Università”.
Secondo Cama e Melai, da Roma sono comunque giunti segnali positivi e attestazioni di volontà sia da parte dell’Università sia da parte del Cusi per salvare il Cus Messina.
Ciònonostante, l’assemblea ha deliberato lo scioglimento e la messa in liquidazione. La motivazione è da ricercare nel “perdurare dell’impossibilità di svolgere la normale attività della associazione, a causa della attuale situazione di crisi aziendale dovuta alla impossibilità di dare attuazione al Piano a suo tempo predisposto dai commissari”.
I commissari tengono a ribadire che lo status di liquidazione, qualora approvato, non è da considerarsi come irreversibile e potrà essere riportato in bonis nel momento in cui venga meno la causa che ha portato alla messa in liquidazione dell’ente. Anche in virtù della riconfermata volontà del rettore dell'Università di salvare il Cus, le consuete attività delle sezioni sportive continueranno regolarmente almeno sino al termine della stagione sportiva, poiché poggiano sul principio dell'autofinanziamento e non rappresentano un impegno finanziario per il Cus anche in presenza di un commissario liquidatore.
Sullo sfondo, la vicenda dei 5 lavoratori del Cus che sono in arretrato di oltre 30 mensilità di stipendio. Secondo i dipendenti, durante il periodo di commissariamento, i debiti sono addirittura raddoppiati. Il mandato dei due commissari, però, ora è scaduto. Il futuro, per il Cus e i suoi dipendenti, è a tinte opache.
(Ma. Ip.)