Cultura

Crisi del libro? Sembra proprio di no

L’anno scorso ne avevamo già parlato. E i dati non erano incoraggianti. Oggi invece c’è uno spiraglio di luce, e il settore sta tirando un sospiro di sollievo. Si tratta del mercato del libro, uno spazio importante non solo per gli ingenti giri di affari ma anche per il livello di cultura di un Paese.

Due giorni fa è stata pubblicato il rapporto dell’Associazione Italiana Editori (AIE) su dati NielsenIQ riferiti al periodo 4 gennaio-20 giugno. Ebbene, il dato che salta immediatamente agli occhi è un +44%: sono state vendute ben 15 milioni di copie di libri a stampa in più rispetto al 2020 – il 44% in più, appunto. E +31% rispetto al 2019. Il rapporto evidenzia che «tali vendite hanno generato per la filiera oltre 207 milioni di euro in più rispetto al 2020 (+42%) e 156 milioni in più rispetto al 2019 (+28%)».

Il presidente dell’AIE, Ricardo Franco Levi, commentando i dati ha affermato che «il mercato librario in questo momento è come una marea che, alzandosi, solleva tutte le barche. Ma i risultati che stiamo vedendo non sono affatto casuali: premiano invece l’impegno degli editori e di tutti gli altri soggetti della filiera del libro che hanno continuato a investire e a innovare anche nei mesi più difficili della pandemia e premiano Governo e Parlamento che hanno salvaguardato il settore, in primis consentendo l’apertura delle librerie durante i periodi di lockdown e quindi varando importanti misure di sostegno alla domanda i cui effetti virtuosi sono adesso sotto gli occhi di tutti».

Dichiara di leggere più di prima il 31% dei lettori e di comprare più di prima il 25% degli acquirenti, mentre solo il 13% dichiara di leggere o acquistare meno. Le librerie come luogo di vendita resistono, e anzi superano le difficoltà del 2020 e anche i dati del 2019. Parallelamente, l’online cresce esponenzialmente, raggiungendo il 47% del mercato.

La crescita del mercato dei libri, quindi, iniziata dopo la prima metà dello scorso anno, sta proseguendo a ritmo rilevante. E non si può non evidenziare l’opportunità della situazione attuale, ad indicare che gli italiani stanno tornando a una dimensione più contemplativa dopo le difficoltà legate alla pandemia. Saturi di Netflix e di distrazioni brevi, gli italiani pare stiano cercando un’evasione lunga e costruttiva – complice, forse, anche l’impossibilità di viaggiare fisicamente verso destinazioni lontane ed esotiche.