La situazione dopo la maratona in consiglio comunale di due giorni fa era abbastanza chiara: ci sarebbe voluto un passo indietro del Pdl o dell’Udc per sbloccare l’impasse. Il passo indietro non ci sarà, né da parte del Pdl, che intende approvare la delibera Atm solo così com’è, né da parte dell’Udc, che non ritirerà gli emendamenti presentati da Melazzo. Emendamenti che, è emerso dalla riunione centrista tenutasi ieri sera, sono espressione della volontà di partito e non di un singolo consigliere. A questo punto gli scenari per la prossima seduta di consiglio comunale (ancora da convocare) si riducono sensibilmente: se gli emendamenti non dovessero essere approvati, il Pdl si ritroverebbe solo ad approvare la delibera con l’incognita della tenuta del numero legale; se gli emendamenti, invece, dovessero essere approvati (e le previsioni vanno tutte in questa direzione, visto che hanno l’appoggio del Pd), l’Udc darebbe il proprio assenso alla delibera a quel punto modificata ma il Pdl no. Acclarata la spaccatura a questo punto insanabile – almeno sul caso Atm – interna alla maggioranza, l’ulteriore incognita, in questo secondo scenario, sarebbe questa: la delibera avrebbe i numeri per essere approvata? Li avrebbe se il Pd votasse sì, ma l’opposizione sembra indirizzata, una volta approvati gli emendamenti, a bocciare comunque la delibera. E il tutto, dunque, rischierebbe di concludersi con un clamoroso nulla di fatto.
Durante la riunione dell’Udc di ieri sera, è stata ribadito lo “schema” delle modifiche sostanziali che gli emendamenti di Melazzo apporterebbero al piano originario dell’Atm. La delibera attuale, la versione che “piace” al Pdl, prevede: immediata liquidazione, entro sei mesi dalla delibera la costituzione della nuova Spa con tanto di statuto e piano industriale ed entro 15 mesi la relazione e il bilancio di liquidazione. La versione Udc, invece, prevede: entro 60 giorni deliberazione dello statuto e il piano industriale, entro 90 costituzione della Spa contestualmente alla liquidazione dell’Atm ed entro 8 mesi relazione e bilancio di liquidazione. «Non sappiamo perché il Pdl non concordi con questi emendamenti, forse perché li presenta l’Udc, forse perché l’interesse è che i tempi previsti rimangano quelli più lunghi dell’attuale delibera», è la chiave di lettura di Melazzo. Duro, invece, il capogruppo del Pdl Pippo Capurro: «Invece di confrontarsi con il centrosinistra sugli emendamenti, l’Udc avrebbe dovuto raccordarsi con le altre forze di maggioranza, visto che questa è una delibera dell’Amministrazione di cui l’Udc fa parte». Immediata la replica del capogruppo dell’Udc, Bruno Cilento: «Non abbiamo concordato nulla col centrosinistra. Il capogruppo del Pdl aveva chiesto una prima sospensione per approfondire i nostri emendamenti, se avessero voluto avrebbero potuto approfondirli, appunto, e discuterne con noi. Quindi i fatti stanno in un’altra maniera». Sempre la solita storia. Il malato terminale rimane attaccato alla macchina. E nessuno si prende la briga di staccare per primo la spina.