La giunta Crocetta si appresta a perdere un altro pezzo, tra l’altro un pezzo “grosso”: Linda Vancheri, l’assessore voluta da Confindustria e che entro pochi giorni formalizzerà le dimissioni ed una decisione presa da tempo.
Con la sostituzione della Vancheri, anche lei come la Borsellino, assessore della “prima ora” e tra le più longeve, nonché sigillo di quel legame con Confindustria e con Antonello Montante, si arriverà a quota 38 assessori in meno di 3 anni, un record assoluto. Le dimissioni della Borsellino e della Vancheri però hanno un “peso specifico” maggiore rispetto a tutti gli altri cambi in virtù di quel che rappresentavano e della motivazione che ha portato al loro ingresso in giunta. Da un lato l’antimafia rappresentata dalla figlia di Paolo Borsellino, dall’altro il sostegno di quella Confindustria che ha fatto anche dell’antimafia una bandiera (anche se col tempo, anche Montante è finito sotto i riflettori per un’indagine). In questo clima surreale Crocetta continua i suoi strali contro il golpe e cambia idea un’altra volta: niente dimissioni tra un mese, se vogliono mi sfiduciano loro. Resta asserragliato in quel che resta del fortino. E rilascia dichiarazioni di ogni genere. Inizia a La Zanzara, su Radio 24: "Non mi sono suicidato perché è intervenuto un procuratore perbene, Lo Voi, uno che si batte per la verità. Ho pensato davvero di ammazzarmi avevo trovato su internet un modo veloce, sicuro, in modo che nessuno mi potesse salvare”. Poi chiarisce che se il Pd non lo vuole lo deve espellere dal partito e dare anche una motivazione. Per il resto, altro che “un mese per le riforme e poi mi dimetto”, il Presidente ci ha ripensato e dichiara: “Qualcuno ha capito male. Non mi dimetto, manco per idea. Se lo facessi darei ragione ai miei carnefici, a quelli che hanno ordito un complotto verso un Presidente che ha fatto denunce per miliardi di euro di truffe, uno che e' stato condannato a morte dalla mafia. Resto fino in fondo, se qualcuno mi vuole cacciare lo faccia ma se ne assuma la responsabilità di fronte alla storia, se il Pd mi vuole cacciare ritiri la propria delegazione. Oppure presenti una mozione di sfiducia".
E’ un fiume in piena e nel pomeriggio attraverso un comunicato stampa e una nota su Facebook spiega che Tutino non è gay (come se fosse una notizia indispensabile per la comprensione di quanto accaduto o di quanto fatto dal suo governo): “La foto di Tutino in prima pagina che mostra i suoi muscoli , chissa' forse sono amanti? Solo che Tutino e' eterosessuale, persino machista” e dopo aver detto al mondo intero che Tutino è etero il governatore continua la sua filippica anti-complotto spiegando che dal primario andavano tutti a Palermo, ci è andato persino Totò Cuffaro per dimagrire “Solo che nessuno teorizzò che Tutino potesse influenzare le scelte di quel presidente, non essendo Toto' gay. Nel mio caso, c'è l'irragionevole dubbio .” Dopo averci comunicato che i presidenti della Regione Sicilia preferiscono Tutino come medico il governatore prosegue: "Quali affari legano me e Tutino? Quali aziende abbiamo in comune? Non possiedo cliniche nè aziende.Il gossip da tre soldi però, provinciale, è riconducibile alla mediocrità dei soggetti che lo praticano – 'omnia immunda, immundis' – le cose immonde agli immondi".
Quanto alle intercettazioni tra Tutino e Sampieri che stilavano liste per i ruoli da manager Crocetta dichiara che la selezione è stata fatta dalla segreteria tecnica: “chiunque può sognare di condizionare le mie scelte, ma rimangono castelli in aria. Non c'e' stata nessuna influenza neppure indiretta su Lucia Borsellino, ne' su di me".
Oggi si presenterà all’Ars per relazionare sulla vicenda, pronto a restare in sella fino alla fine del mandato avvisando gli alleati: "Ci sarebbe da morire di risate se non fosse una vicenda tragica e persino golpista. Si vuole ridere sui miei privatissimi rapporti che non determinano alcuna scelta pubblica? Oggi per effetto di questa campagna infame ho ricevuto una lettera anonima dove c'e' scritto 'PERCHE NON SI UCCIDE LEI?'. Chi mi risarcirà di tutto questo? Prendano pure le distanze tutti, ognuno pensi a salvare le proprie carriere, si costruiscano pure altri falsi dossier. Prima o poi i responsabili veri di questa montagna di menzogne saranno scoperti”.
Tra Roma e Palermo in realtà si stanno già limando tempi e modalità del dopo-Crocetta e il voto anticipato è quasi scontato. L’inchiesta va avanti a prescindere dal giallo dell’intercettazione e nel frattempo il M5S ha scritto una lettera aperta invitando Crocetta alle dimissioni: “ Presidente, se ne vada. Confezioni la prima azione degna del suo mandato e, domani, a sala d'Ercole, la consegni alla storia. Se pensa di venirci a sgranare il Rosario dei sui finti successi, non si presenti. Non ci propini la solita difesa d'ufficio del suo indifendibile operato. La peggiore rovina non sta negli errori che si commettono, ma nelle scuse con cui si tenta di nasconderli.
Glielo chiediamo a nome di tutti i siciliani che l'hanno votata sognando il governo del cambiamento ed ora, disillusi e disperati, anelano solo al cambiamento del governo. Glielo chiediamo non per l'intercettazione incriminata e misteriosa, ma per quello che è accaduto dopo e, soprattutto, per quello che non è successo prima. Per il Muos, per Pace del Mela, per le discariche e i rifiuti, per la Formazione ed i precari, per i forestali, per Gela, Milazzo e Priolo, per le trivelle, per le partecipate,per le Province, per la sanità, per l'autostrada. Faccia il suo primo atto rivoluzionario, tolga le tende. Se ne vada, ma lo faccia coi suoi piedi. Non permetta che siano i farisei del Pd a cacciarla dal Tempio. Non gli permetta di sventolargli il cartellino rosso sotto il naso solo per raccattare qua e là le ultime briciole di credibilità. Tirare a campare, mentre c'è chi a campare non ci riesce proprio, è ingiusto e non serve a nulla”.
Intanto entro fine mese se ne andrà anche l’assessore numero 37.
Rosaria Brancato