Si intitola “Procedura aperta secondo l’iter del decreto legislativo 163/2006 e successive modifiche ed integrazioni, ad evidenza pubblica per l’affidamento in concessione ai sensi dell’articolo 36 del codice della navigazione di beni demaniali e di specchi acquei antistanti zona di mare in località rada San Francesco del Porto di Messina, al fine di condurvi la gestione commerciale di pubblico esercizio di approdi e aree pertinenziali da erogarsi a vettori marittimi operanti il servizio di cabotaggio marittimo nazionale tra le sponde dello Stretto di Messina, nonché la manutenzione, l’esercizio in sicurezze e custodia di essi”.
In poche parole è il nuovo bando per la concessione della rada San Francesco, che avrà durata triennale. Le offerte dovranno pervenire entro le ore 13 del 18 settembre, mentre le buste saranno aperte alle 10 del giorno dopo, per controllare le documentazioni e le offerte tecniche. Per conoscere gli esiti, invece, bisognerà attendere che la Commissione, in seduta pubblica, comunichi l’esito della valutazione tecnica e proceda all’apertura delle offerte economiche, attribuendo i relativi punteggi. La data e l’ora di questa seduta saranno successivamente comunicate ai partecipanti. Si procederà all’aggiudicazione anche in presenza di una sola offerta valida. L’importo di gara è stabilito in 780mila euro, iva esclusa.
I criteri sono dunque tre ed hanno un “peso” diverso:
1. Organizzazione funzionale degli spazi a terra, a garanzia di una rapida movimentazione di veicoli e persone che privilegi l'ecosostenibilità ed il basso impatto ambientale della soluzione proposta, nonché la minimizzazione di costi e tempi necessari alla messa a regime della suddetta organizzazione funzionale – 45 %
2. Tipologia dei servizi di accoglienza offerti e piano tariffario da applicare per lo svolgimento del servizio – 25 %
3. Offerta economica – 30 %
Tra le informazioni complementari, oltre a quelle di rito, una nuova e interessante: “L'Autorità Portuale di Messina declina sin d'ora ogni responsabilità nei confronti dell'aggiudicataria e di eventuali terzi per il caso in cui eventuali e futuri provvedimenti di altre Autorità risultino ostativi od ulteriormente limitativi rispetto all'avvio e/od alla prosecuzione delle attività da esercitarsi presso l'area assentita in concessione; l'aggiudicataria sarà tenuta a rilasciare espressa, ampia e liberatoria dichiarazione di manleva all'uopo in favore dell'Ente concedente in seno all'atto di concessione, colà altresì fornendo esplicita ed integrale rinuncia a qualsiasi rivalsa e pretesa alcuna nei confronti del Concedente per il caso sopra descritto”.
E’ lo spunto per parlare col segretario generale dell’Autorità Portuale, Francesco Di Sarcina, che entra più nel dettaglio. “Si tratta di una clausola di salvaguardia che abbiamo introdotto per tutelarci rispetto a eventuali variazioni future dello scenario. Il bando è stato preparato sulla base di commissioni che si sono tenute prima delle elezioni comunali e non sappiamo quali saranno nel tempo gli orientamenti della nuova amministrazione. Potrebbero subentrare logiche diverse”.
C’è da ricordare, infatti, che in campagna elettorale, l’allora candidato sindaco Renato Accorinti aveva prospettato la chiusura anticipata della rada San Francesco, nel momento in cui fossero completati i lavori di ripristino della seconda invasatura, spostando il traffico residuo nella zona del porto storico, al molo Norimberga.
A tal proposito, oggi, il sindaco Accorinti, insieme all’ing. Di Sarcina ed alla direzione lavori del Genio Civile Opere Marittime, ha fatto un sopralluogo al porto di Tremestieri. L’esito è positivo poiché si è raggiunta una percentuale di avanzamento lavori vicina al 70 %. Mancano da “inserire” sul terreno ancora una ventina di pali e, se non ci saranno intoppi, l’opera potrà essere completata entro la fine dell’anno, come previsto.
Cosa succederà a quel punto? Se il sindaco portasse avanti la sua idea di chiusura della rada San Francesco, il Comune potrebbe persino impedire del tutto il passaggio dei tir sul viale della Libertà e sul viale Boccetta, aree non di competenza portuale, rendendo di fatto nullo il nuovo bando. Potrebbe quindi aprirsi un contenzioso con l’impresa aggiudicataria, dal quale, appunto con quella clausola, l’Autorità Portuale si tira fuori già da adesso.
“Non è chiaro ciò che potrebbe accadere – riprende Di Sarcina -, ma noi riteniamo che non ci siano soluzioni alternative all’utilizzo della rada San Francesco fin quando il porto di Tremestieri non sarà completo definitivamente con le quattro nuove invasature. Abbiamo instaurato un buon dialogo col sindaco Accorinti e mi auguro non si arrivi a soluzioni estreme, che comunque non riguarderebbero l’Autorità Portuale”.
Il segretario dell’Authority chiarisce i motivi per cui la rada San Francesco è, al momento, indispensabile: “Le due invasature del porto di Tremestieri, a pieno regime, potranno smaltire una percentuale compresa tra l’80 e il 90 % del traffico dei mezzi pesanti. La distribuzione dei tir, però, non è costante. In alcuni momenti, le due invasature potrebbero smaltire anche il 100 % dei camion, ma ci sono dei picchi giornalieri, settimanali, mensili, in cui la chiocciola si riempie. Senza dimenticare un altro fattore. Queste percentuali sono raggiungibili se Tremestieri, come adesso, viene dedicato esclusivamente ai tir. C’è poi il transito di tre milioni di autovetture all’anno che andrebbero a gravare sulla zona del porto storico. I problemi viabili sarebbero solo spostati. Insomma, c’è comunque una grande confusione e bisogna essere prudenti. Un quadro più chiaro si potrà avere a sperimentazione avvenuta, anche perché oggi i mezzi pesanti in transito sono di meno rispetto a quanti erano nel 2006, quando l’approdo fu inaugurato”.
Per chiudere la rada San Francesco ed eliminare il traffico di sbarco in città, la soluzione è dunque il completamento del porto di Tremestieri. “E’ l’unica risposta seria al problema – conclude Di Sarcina -. Mercoledì sarò al Ministero dell’Ambiente per riprendere le attività in merito alla Valutazione d’Impatto Ambientale. Era stata già concessa alla Sigenco, prima che l’appalto venisse ribaltato. Molti aspetti sono dunque ripetitivi e speriamo sia una procedura più snella”.
Sullo sbarco dei mezzi pesanti, non poteva mancare la nota del Comitato La Nostra Città, che ricorda l’ultima vittima dei tir, Natale Lembo, esattamente dieci mesi fa. “Nessun provvedimento è stato assunto dalle istituzioni – afferma il portavoce del Comitato, Saro Visicaro -. I tir continuano a transitare ad ogni ora del giorno e della notte in ogni zona della città e ci chiediamo se bisogna aspettare ancora un'altra vittima per fare qualcosa”. Il Comitato La Nostra Città intende quindi rivolgersi all'assessore alla mobilità urbana, Gaetano Cacciola, per sapere se l'attuale amministrazione abbia avuto la possibilità di "intromettersi" nella stesura del bando e, nel caso in cui fossero state concordate le misure necessarie per l'ennesima concessione, se siano previste misure di sicurezza per la viabilità cittadina ed eventuali limitazioni orarie e/o restrizioni al passaggio ininterrotto di tir su tutte le arterie cittadine. “Con l'occasione – conclude Visicaro – si ribadisce, per l'ennesima volta, la necessità di richiedere ai traghettatori le somme incassate in questi anni per l’ecopass”.
Sulla questione relativa alla continuità territoriale, invece, interviene Reset che ripropone a disposizione della città, sul proprio sito web, lo studio di fattibilità per la costituzione della società pubblica di traghettamento. “E’ il solo strumento – scrive Reset – capace di portare, con una flotta di quattro navi, oltre 15 milioni di euro all’anno nelle ormai vuote casse comunali. La realizzazione della società pubblica, però, passa obbligatoriamente, per motivi formali, dalla partecipazione della Regione, che il nostro studio stima nel 20 % delle quote, e che porterà nelle casse regionali 3 milioni e mezzo all’anno a fronte di un investimento pari a 9 milioni e una riduzione del costo di attraversamento per i residenti di oltre il 60 %. Ci auguriamo dunque che il sindaco Accorinti richieda al presidente della Regione di prendere una posizione chiara sulla Società Pubblica di Traghettamento trattandosi di un servizio regionale finalizzato a garantire la continuità territoriale”.
(Marco Ipsale)