Politica

Croce: “Resisto in Consiglio, niente dimissioni”

MESSINA – Maurizio Croce, lei presenterà delle controdeduzioni rispetto all’atto di contestazione del Consiglio comunale? Ricordiamo che i consiglieri hanno votato la delibera per avviare l’iter sull’incompatibilità e quindi sulla sua eventuale decadenza. Il motivo? Il suo ruolo di soggetto attuatore per la realizzazione degli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico nella Regione siciliana…

“Sì, presenterò le controdeduzioni (entro dieci giorni dalla notifica dell’atto, quindi entro il 26 febbraio, n.d.r.). Ho già dato mandato al mio avvocato di predisporrle in relazione a ciò che c’è scritto nella delibera”.

Come risponderà?

“Nel merito giuridico, non le so rispondere. Non so quali siano gli approfondimenti che stanno facendo i legali. Posso anticipare che contesto l’equiparazione a dirigente dello Stato. Cosa che io non sono. Non ho alcun contratto di dipendente con l’amministrazione statale. Il fatto che l’ufficio del commissario sia equiparato a un organo statale, non vuol dire che io sia un dipendente dello Stato. Nel comma che mi si contesta, all’articolo 9, si parla di dipendenti civili dello Stato. Non mi pare che io lo sia. E non capisco da che cosa derivi questo ragionamento. Però, per carità, ci sono degli approfondimenti giuridici in corso”.

Lei, dal punto di vista politico e umano, che impressione ha avuto da questo Consiglio incentrato sulla sua figura?

“Posso comprendere l’aspetto politico e comprendo di più quello relativo al Partito democratico. Comprendo meno l’aspetto politico che riguarda l’attuale maggioranza a sostegno del sindaco Basile. Non capisco quale potrebbe essere il loro interesse politico, dato che il subentrante, o almeno si vocifera così, dovrebbe essere del Pd (Alessandro Russo, n.d.r.). Il Partito democratico fa una partita politica diretta a legittimare un consigliere del proprio partito. E quindi ci può stare. Dal punto di vista umano, preferisco non commentare”.

Martedì il presidente del Consiglio comunale, Nello Pergolizzi, ha inviato per conoscenza una nota a voi consiglieri, indirizzata al capo di gabinetto della presidenza della Regione siciliana Sammartano. Scrive Pergolizzi: “Non si comprende la motivazione per la quale lei (Sammartano, n.d.r.) ritenga che “impropriamente” la richiesta è stata rivolta al presidente della Regione nella qualità di commissario di governo”. Si riferisce alla necessità di acquisire le copie delle richieste di parere formulate all’Anac e all’Avvocatura dello Stato. Che ne pensa?

“Ritengo che ci sia stato un fraintendimento. Impropriamente era riferito al rivolgersi al presidente della Regione e non all’ufficio del commissario. Mi pare, ma potrei sbagliarmi, che Pergolizzi abbia fatto la richiesta al presidente non nella qualità di commissario. E quindi il capo di gabinetto giustamente rileva: perché si domandano questi atti, che sono dell’ufficio del commissario, al presidente della Regione? È improprio. Vanno chiesti all’ufficio del commissario (che è sempre Schifani, n.d.r.). Era questo lo spirito dell’improprio, riferito a chi era stata indirizzata la lettera. Non alla richiesta in sé”.

Al di là di tutto, al consigliere Croce, che non può andare in Consiglio perché impegnato contro il dissesto idrogeologico, cosa importa di stare a Palazzo Zanca? Qual è l’interesse a rimanere?

“L’interesse c’è. Il Consiglio comunale è un organo politico. Non amministrativo e gestionale. L’interesse di Maurizio Croce, come consigliere comunale di Forza Italia, è dunque prettamente politico”.

Ma se poi non può partecipare, per impegni lavorativi, che senso ha rimanere?

“Il fatto che io non sia presente, non significa che io non segua le attività del Consiglio comunale. Non voto le delibere ma le attività consiliari le seguo perfettamente. La mia non presenza, o la mia assenza, è chiaramente dettata dal mio ruolo a Palermo. Ma è un ruolo che porta con sé un interesse rivolto alla città di Messina”.

Non ci può essere un conflitto d’interessi tra funzione di soggetto attuatore e quella di consigliere comunale?

“No perché la programmazione degli interventi e la destinazione dei fondi, per la difesa del suolo, non sono compiti del soggetto attuatore. Non sono io a decidere se i soldi del dissesto idrogeologico vanno a Messina, piuttosto che in un’altra città. Questo compito è della Giunta del governo regionale. Non ci sarebbe modo di dare un vantaggio alla città di Messina. Solo un’interpretazione strumentale può sostenere che c’è conflitto d’interessi”.

Però nel momento in cui s’insedierà nel Comitato di gestione dell’Autorità di sistema portuale dello Stretto, se dovesse comunque rimanere a Palazzo Zanca, a quel punto dovrà fare una scelta…

“Su questo non ci sono dubbi. Se dovesse arrivare la nomina (Croce è dato come favorito per la presidenza dell’Adsp, n.d.r.), bisognerà fare una scelta”.

Intanto, dunque, lei resisterà fino al pronunciamento del Consiglio…

“Sì, non vedo motivi per dimettermi. Esporrò le mie controdeduzioni. E ho sentito dire da tutti i consiglieri che questo procedimento è fatto nel mio interesse. E non nel loro interesse. Di conseguenza, è giusto che io chiarisca e difenda il mio interesse rispetto alle contestazioni giuridiche che mi vengono mosse”.

Lei martedì era in Tribunale perché ha querelato, un anno e mezzo fa, Cateno De Luca. Insomma, con la maggioranza, a Messina, non è che i rapporti siano proprio idilliaci…

“È una vecchia vicenda, che considero solo a titolo e livello personali. Riguarda solo me, in difesa della mia dignità rispetto ad alcune offese che ho ricevuto. Se ci dovesse essere qualcuno che confonde questa situazione in Tribunale con quello che avviene in Consiglio, la cosa non mi toccherebbe. Io non l’ho mai pensato. Poi è legittimo che ognuno pensi ciò che vuole”.