Il dato è sconcertante: l’84 per cento dei Comuni della provincia di Messina è considerato a rischio per frane e alluvioni, anche per effetto della progressiva cementificazione del territorio che ha sottratto terreni fertili all’agricoltura. Lo afferma Coldiretti in un comunicato in merito all’emergenza che ha colpito due giorni fa la città dello Stretto, confermando i dati forniti dopo l’alluvione del 1. ottobre 2009. La situazione di Messina con ben 91 comuni a rischio si conferma più grave rispetto alla media nazionale in Italia dove, precisa la Coldiretti, ci sono 5.581 comuni, il 70 per cento del totale, a rischio idrogeologico dei quali 1.700 sono a rischio frana e 1.285 a rischio di alluvione, e 2.596 per entrambe le calamità. Per Coldiretti, questo è il risultato anche della riduzione delle superfici coltivate, cinque milioni di ettari in meno negli ultimi 40 anni.
«Il progressivo abbandono del territorio e il rapido processo di urbanizzazione spesso incontrollata – si legge nella nota – non è stato accompagnato da un adeguamento della rete di scolo delle acque ed è necessario intervenire per invertire una tendenza che mette a rischio la sicurezza idrogeologica del Paese. Una situazione aggravata dai cambiamenti climatici in atto che – conclude Coldiretti – si manifestano con una maggiore frequenza con cui si verificano eventi estremi, sfasamenti stagionali, maggior numero di giorni consecutivi con temperature estive elevate, aumento delle temperature estive e una modificazione della distribuzione delle piogge».
(foto Dino Sturiale)