Servizi carenti, lavoratori in subbuglio, vertenza sindacale, convocazione in prefettura. Cambia l’azienda in questione (da Messinambiente all’Atm), ma la procedura è ormai sempre la stessa. Ancora una volta i sindacati confederati Cgil, Cisl e Uil si mettono nelle mani del prefetto Francesco Alecci, il quale lunedì, alle 11.30, incontrerà i rappresentati delle organizzazioni per affrontare la situazione di oggettiva difficoltà in cui versa l’azienda trasporti presieduta da Franco Providenti. Alla base di questo stato di cose, in cui la città da un lato non è soddisfatta dei servizi offerti e i dipendenti, dall’altro, minacciano uno sciopero che creerebbe ulteriori disagi ad una comunità già provata dal caso Messinambiente, c’è una condizione economica che evidenzia la crisi dell’Atm, come tra l’altro qualche settimana fa avevamo dettagliatamente esposto.
I sindacati denunciano «il mantenimento dello stato di inerzia amministrativa nel governo e nella gestione dell’Atm», il che continua a provocare «la mancanza di una efficiente offerta del trasporto pubblico locale». Sulla questione lavorativa, «visto il persistere di un continuo stato di tensione sociale per i continui ritardi nel pagamento degli stipendi, per il mancato accreditamento dei 2 milioni e 800 mila euro promessi dalla Regione, la minore erogazione dei normali flussi finanziari da parte del Comune ed il rischio di totale dissesto economico, riteniamo che un piano di rilancio dell’Azienda posso essere affrontato solo legando l’urgenza della riorganizzazione del sistema gestito dall’Atm ai poteri speciali per l’emergenza mobilità appena conferito al prefetto».
Il rischio di una nuova mobilitazione, che paralizzerebbe nuovamente la città, è concreto, anche perché, come ammesso dai rappresentanti sindacali della Uil nell’incontro con la stampa di qualche giorno fa, il commissariamento del Comune ha creato una sorta di “alibi- all’azienda. Ma è chiaro che se non ci arriveranno risposte adeguate né da Palazzo Zanca né dal Palazzo del Governo, lo sciopero a quel punto sarà inevitabile.