200 sacchi, in gergo big bag – contenenti terre e rocce contaminate e decine di fusti di oli e altre sostanze, altamente pericolosi. E’ quello che hanno rinvenuto le Fiamme gialle di Milazzo nell’area ex Sanderson di Tremestieri, sede dell’ormai fallita azienda agrumicola. La Guardia di Finanza, su mandato del sostituto procuratore di Barcellona, Olindo Canali, ha messo i sigilli all’intera area e sequestrato il materiale, che sarà analizzato per accertarne esatto contenuto e provenienza. L’ipotesi è che venga direttamente dall’area degli ex cantieri navali Smeb. I fusti sono infatti -marchiati- Teseco, l’azienda di Pisa che ha gli uffici commerciali siciliani a Milazzo e che per conto di Sviluppo Italia era stata incaricata di parte della bonifica dei cantieri navali della zona falcata. Gli accertamenti della procura di Barcellona sono cominciati parecchi mesi fa, ma il blitz dei finanzieri di stamane è stato anticipato da quello compiuto ieri dal consigliere comunale dell’Udc, Carmelo Santalco, che si è introdotto nell’area di Tremestieri trovando la -bomba ecologica- sotto una tettoia, esposta alle intemperie. Santalco stamane ha presentato un’interrogazione al sindaco Francantonio Genovese ed all’assessore all’ambiente Francesco Squadrito, chiedendo di accertare la provenienza dei fusti e la pericolosità e perché il materiale era praticamente -parcheggiato- anziché essere stato smaltito. Dal canto loro, i responsabili della Teseco hanno fatto sapere di essersi limitati a trattare i rifiuti come da incarico dell’Esa, l’agenzia regionale che gestisce l’ex Sanderson.
C’è da ricordare, intanto, che anche l’area ex Smeb è da tempo sotto sequestro perché pericolosa. Anni addietro la continua fuoriuscita di liquami e le intossicazioni di centinaia di lavoratori della zona falcata, causate dai gas provenienti dai cantieri navali, convinsero la magistratura messinese ad aprire un fasciolo. L’inchiesta accertò che l’impianto di degassifica era stato riadattato e trasformato per effettuare operazioni non consentite ed altamente inquinanti. Un sopralluogo del Noe, i carabinieri del Nucleo ecologico, scoprì inoltre che erano stati interrati sotto il molo Norimberga altri fusti e gli scarichi dell’attività di degassifica, così come trasformata. Fu quindi prima sequestrato l’impianto e, più recentemente, in seguito al rinvenimento di tracce di mercurio, la Capitaneria di Porto ha messo i sigilli all’intera area. Mentre le consortili Smeb guidate da Renzo Bissoli dichiaravano fallimento, nel 2004, l’indagine penale muoveva i primi passi, sfociando in una condanna per due dei responsabili, per la trasformazione dell’impianto. L’inchiesta madre sull’inquinamento della più vasta area è però finita nel nulla, archiviata per prescrizione. Nonostante a capo dell’attività del Noe ci fosse addirittura il capitano -Ultimo-, Segio De Caprio, nel frattempo passato al ramo specializzato dell’Arma. Oggi la scoperta che neppure l’attività di smaltimento, appaltata a Sviluppo Italia- è riuscita ad eliminare il rischio inquinamento ma soltanto a delocalizzarlo altrove.
In serata è però arrivata una smentita dell’assessore Squadrito: “I fusti e i contenitori ritrovati nella area della struttura dell’ex Sanderson non sono in nessun modo riconducibili agli interventi di messa in sicurezza dell’area dell’ex Smeb; essi rappresentano invece, il risultato di lavori urgenti commissionati dall’Esa alla Teseco Spa per il recupero di oli combustibili che si erano riversati nei canali delle acque meteoriche che avevano inondato alcune grate e terreni circostanti. In particolare, i fusti ritrovati contengono gli oli combustibili, mentre i sacchi (big bag) contengono i terreni scarificati oggetto dell’inondazione. Si precisa inoltre che la Teseco ha ricevuto incarico solamente per il contenimento e per la raccolta degli oli con precisa indicazione da parte dell’Esa, di concludere il lavoro posizionando i fusti al di sotto di una tettoia sita nell’area. L’Assessorato alla Sanità ha assunto un ruolo di monitoraggio dei lavori di bonifica che continuerà ad esercitare in maniera attenta anche nei prossimi giorni attraverso la convocazione di un tavolo Tecnico, nonostante non abbia ruolo specifico nella parte attuativa ed esecutiva dell’appalto-.