Si è conclusa oggi la Settimana nazionale per la diagnosi e la cura dell’intestino pigro

E’ terminata la settimana nazionale per la diagnosi e la cura dell’intestino pigro. L’iniziativa, ha preso il via lo scorso lunedì e si è conclusa oggi 16 novembre. Organizzata dalla Società Italiana Unitaria di Colonproctologia con il Patrocinio del Ministero della Salute, della Società Italiana di Medicina Generale, e di Cittadinanzattiva – Tribunale per i Diritti del Malato, ha permesso ai pazienti di conoscere le origini del proprio disturbo e di seguire una terapia adeguata. La stipsi infatti, è una malattia sociale che colpisce tre milioni di donne e un milione di uomini, peggiorando sensibilmente l’attività lavorativa e la vita privata. Tutti coloro che soffrono di forme più o meno gravi di stipsi in Italia, circa 4 milioni di persone, di cui 350.000 cittadini siciliani, in questa settimana si sono potuti recare gratuitamente in circa 100 centri tra ospedali, cliniche e studi medici, tra i quali anche il Policlinico di Messina, per sottoporsi gratuitamente ad un esame specialistico. Gli utenti hanno anche potuto ritirare, sempre gratuitamente, un manuale informativo: uno strumento che fornisce una serie di informazioni su sintomi e cause di questo disturbo, ma soprattutto indicazioni pratiche su come affrontarlo. Tutte le persone interessate al problema potranno inoltre telefonare al numero verde 800.126.731 o visitare i siti internet www.siucp.org e www.emorroidiestipsi.com.

“Questa campagna– dichiara il Prof. Giuseppe Navarra, responsabile dell’U.O.C. di Metodologia Chirurgica del Policlinico G. Martino di Messina, presso la quale opera un Unità di Colon-Proctologia che aderisce all’iniziativa si pone almeno due obiettivi: Il primo è quello di dare la possibilità di far emergere questo disturbo di cui spesso non si parla per imbarazzo e per la rassegnazione che nasce dalla erronea convinzione che non ci sia niente da fare. La seconda è il tentativo di ridurre le cure fai da te, spesso inutili e talvolta dannose quali l’abuso di lassativi, purganti e prodotti di erboristeria, che costano ai cittadini italiani circa 250 milioni di euro all’anno-.