”Bancarelle provvisorie trasformate in discoteca, con disturbo anche delle funzioni religiose in Cattedrale. Locali e lounge bar che non rispettano gli orari massimi consentiti e diffondono musica ad altissimo volume fino alle due di notte, accompagnata da schiamazzi che si protraggono fino alle quattro del mattino, conditi da urla belluine, bestemmie, cori da stadio e risse con lanci di bottiglie.
Auto con impianti stereo potentissimi, che fanno vibrare i vetri delle abitazioni, e che circolano indisturbate per ore ed ore, con musica neo-melodica napoletana tipo “Gomorra” o techno-house di carattere ctonio, e che hanno il solo fine di disturbare e di impedire il riposo di chi abita nella zona e di “marcare” il territorio.
Locali che abbassano le saracinesche alle cinque di mattina. Ragazzi, fra cui molti minorenni, che si muovono come automi in preda all’alcool, o che sotto la luce dei lampioni fumano varie sostanze senza il timore di essere visti e totalmente incuranti dei passanti.
Telefonate alla Polizia municipale con risposte disarmanti ed incongruenti del tipo “non abbiamo la possibilità ed i mezzi per intervenire” o “gli interventi non sono di nostra competenza”.
Questo desolante quadretto, godibile in pieno centro storico, dovrebbe essere la rappresentazione di quella che è stata definita dal sindaco De Luca e dall’assessore Musolino, in occasione della presentazione dell’ordinanza “bluff”: “movida sostenibile”. E il controllo del territorio e la sicurezza pubblica di cui tanto si parla nelle varie conferenze-stampa istituzionali?».
E’ l’amaro sfogo di Michele Bisignano, uno dei residenti del centro storico della città che insieme ad altri “sfortunati” vicini di casa nei mesi scorsi aveva anche creato un comitato per provare a ottenere dall’amministrazione De Luca un po’ di attenzione sulla movida selvaggia. Era stata fatta un’ordinanza per limitare la musica soprattutto nelle ore più tardi, erano stati garantiti più controlli da parte di Polizia Municipale e Polizia provinciale, sotto la super visione dell’assessorato retto dalla Musolino. Ma il desolante racconto di un consueto sabato sera fa capire che il caos continua a regnare sovrano.