Dimissioni di Centorrino da prorettore, botta e risposta con Carmelo Santalco

Il rimescolamento delle carte ai piani alti dell’Università lascia qualche coda polemica. Ma non è l’atto in sè (l’abbandono delle deleghe da parte dei professori Centorrino e Tommasini) a far discutere, perché Carmelo Santalco, capogruppo Udc dello scioltosi Consiglio comunale, ci scrive per tornare su quanto da lui detto più di un mese fa a proposito della sovrapposizione di incarichi che avrebbe visto protagonista lo stesso Mario Centorrino.

«Quando avevo denunciato io l’incompatibilità di Centorrino – sottolinea Santalco – con il ruolo ricoperto in Innovabic, sono stato snobbato e nessuno mi ha dato ascolto (nè il Sindaco Genovese, nè un solo Consigliere d’Amministrazione dell’Università). Oggi invece sulla Gazzetta del Sud Centorrino dichiara di avere assunto nelle “ultime settimane- un incarico pubblico all’interno di Innovabic, appunto. Qualche settimana? Vorrei ricordare – aggiunge Santalco – che Centorrino è stato designato dal Sindaco amministratore delegato di Innovabic il 23/5/07 ed il 18/7/07 ha assunto invece quello strano incarico di Vicepresidente non esecutivo».

Santalco ricorda anche un passaggio dell’interrogazione che al tempo presentò, in cui avanzava dubbi “giuridici- sul doppio incarico di Centorrino, riportando anche una precisa norma confermata da una sentenza del Consiglio di Stato. «Ne sono passate di settimane – conclude Santalco – in cui Centorrino è stato incompatibile. E mentre all’Università tutti sembravano e sembrano dormire, lui se ne accorge solo oggi».

Non si fa attendere la risposta di Centorrino. «La mia incompatibilità non era formale – precisa – ma sostanziale, quindi la tesi di Santalco non ha riscontro nei fatti. La legge dice che come professore a tempo pieno, non posso ricoprire cariche né di presidente né di amministratore delegato di altre società, ma di vicepresidente non operativo, quale io sono alla Innovabic, sì. E’ vero che inizialmente fui nominato amministratore delegato della società, ma resomi conto dell’incompatibilità, ho provveduto dopo nemmeno 24 ore a dimettermi, non esercitando mai, di fatto, quella carica. Posso allo stesso tempo ricevere retribuzioni da altre aziende previa un’autorizzazione dell’Università, dunque è chiaro – conclude Centorrino – che le mie dimissioni sono dovute non ad una incompatibilità formale, ma a ragioni squisitamente di opportunità e di stile».