Diritti negati sul posto di lavoro, in Prefettura protestano i lavoratori di un cantiere privato

Esplode la protesta contro le condizioni di illegalità, ricatto e sottosalario. Trenta lavoratori edili di un’impresa che stanno costruendo un residence privato sul torrente Trapani hanno manifestato

questa mattina – accompagnati da segretari di Fillea-Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil, Carmelo Pino, Giuseppe De Vardo e Aldo Spinelli – sotto gli uffici della Prefettura. Una iniziativa nata questa mattina stessa: nonostante la quasi totalità dei lavoratori siano in nero, oggi alla richiesta del salario sono stati cacciati dal cantiere dai responsabili dell’impresa.

Immediata la risposta dei lavoratori e dei sindacati che si rivolgono al Prefetto di Messina, Francesco Alecci, per la sensibilità dimostrata sul tema della legalità e per la sua disponibilità data dallo stesso Prefetto ai Segretari Confederali su questo tema.

La protesta, soprattutto, nasce dalla necessità di chiedere interventi immediati, incisivi e sanzionatori nei confronti dell’utilizzo del lavoro illegale che ormai è diventata la parte più rilevante del settore dell’ edilizia.

Inoltre, i sindacati chiedono al Prefetto che anche a Messina si inaspriscano i controlli e le sanzioni contro le aziende che praticano il lavoro nero attuando la recente legge 123/2007 che prevede la sospensione delle attività lavorative in presenza accertata anche dalle forze dell’ordine di lavoratori in nero. Una pratica che sta portando molti benefici in tante città italiane e anche della Sicilia.

Cgil, Cisl e Uil chiedono di fare regolarizzare la posizione dei lavoratori e dei loro diritti – affermato Pino, Spinelli e De Vardo e, inoltre, di avviare un’azione preventiva e repressiva sul territorio perché la protesta di oggi è il segnale di una tensione sociale determinata da una condizione insopportabile di illegalità raggiunto dal settore edilizio-.

-Quello dell’edilizia – afferma il Segretario provinciale della Cisl Maurizio Bernava – è un settore che intorno al devastante sacco edilizio di Messina degli ultimi anni ha sviluppato una imprenditoria improvvisata che del lavoro nero, dell’economia illegale, dell’evasione fiscale e della complicità sul territorio ha fatto un punto di forza, non rispettando i diritti dei lavoratori e operando una concorrenza sleale alle poche imprese edili che ancora lavorano nel rispetto delle regole-.